Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Mezzo milione di immigrati appesi a un decreto flussi bis, 12/03/08

Mezzo milione di immigrati appesi a un decreto flussi bis, 12/03/08

Mezzo milione di immigrati appesi a un decreto flussi bis

Al prossimo Esecutivo toccherà decidere che cosa fare di queste invisibili

Quasi fosse un fenomeno carsico, il terreno friabile della campagna elettorale ha riassorbito un fiume di mezzo milione di immigrati clandestini, già presenti in Italia. Quel flusso di 500mila stranieri in più rispetto ai 170mila posti delle quote 2007, ben visibile a dicembre scorso e come prosciugato con l'inizio dei sondaggi che mettono la sicurezza ai primi posti tra i problemi degli italiani. Ma non vedere questa città fantasma di stranieri, grande più di Firenze e poco meno di Genova, non fa svanire le persone che vivono e lavorano qui senza alcun diritto: al prossimo Esecutivo toccherà decidere che cosa fare di queste invisibili (ma attive) presenze la cui emersione porterebbe 2,5 miliardi alle casse dell'Inps e al Fisco, oltre a levare famiglie e imprese dall'incomoda posizione di datori "in nero" obbligati.

Le vie oggi percorribili sono solo due. Quella di non far nulla, varando il decreto flussi 2008, senza tener conto del pregresso. Oppure, al contrario, salvare gli esiti della procedura già in corso raddoppiando il vecchio decreto 2007 con un "bis" che metta in palio i 500mila posti mancanti.

Il tempo per cercare una soluzione è maturo e l'invito vale per tutti. Al di là della riapertura delle domande, si può chiedere alle forze politiche - "avare" nei loro programmi in punto di immigrazione - se non sia il caso di un radicale ripensamento della legge che permetta anche di proporre, come ha appena fatto la Francia, una regolarizzazione ad personam per chi ha già un contratto di lavoro.

Una soluzione, quella ex post, sempre più diffusa (in Europa e negli Usa) in una fase come questa di ingressi inarrestabili dall'estero e controlli inadeguati. Perché quello dei controlli mancati, quasi inutile sottolinearlo, è il punto debole della Bossi-Fini. E le 700mila domande di dicembre, pari ad altrettante autodenunce, sono lì a dimostrarlo, in modo paradossale. È tutto archiviato nel cervellone, in quel server del ministero dell'Interno che nei tre giorni dell'invio ha immediatamente selezionato gli immigrati per sesso, nazionalità, e Paese di provenienza (marocchini i dipendenti più richiesti, ucraine le badanti più gettonate).

Che ha stabilito la classifica delle regioni più bisognose di manodopera straniera (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto). E che conserva questo involontario censimento degli immigrati insieme all'identikit dei datori di lavoro (con tanto di indirizzo e codice fiscale) che li hanno "chiamati" solo in teoria dall'estero, perché così vorrebbe la legge Bossi-Fini. Imprese e famiglie, accomunate dalla spada di Damocle di una condanna (penale) per il fatto di dare occupazione a un clandestino.

Tutto scritto e archiviato. Quindi con le carte in regola per ottenere una saggia soluzione politica e amministrativa che eviti anche lungaggini burocratiche, impiego di personale statale e costi inutili come quelli che hanno afflitto fino a oggi il trattamento dell'immigrazione in Italia. Senza benefici in termini di sicurezza.