Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Ricongiungimento, la domanda si farà on line, Metropoli, 17/03/08

Ricongiungimento, la domanda si farà on line, Metropoli, 17/03/08

Ricongiungimento, la domanda si farà on line

di Chiara Righetti
ROMA - I tecnici del Viminale sono al lavoro: comincerà questa settimana la sperimentazione del sistema informatico che consentirà di inviare le domande di ricongiungimento on line, e non più tramite raccomandata. La novità sarà operativa a fine marzo con le stesse modalità già sperimentate per il decreto flussi. Chi vuole portare in Italia un familiare dovrà scaricare e installare sul computer un programma apposito, necessario per compilare i moduli e spedirli on-line. Si potrà fare da soli o chiedere aiuto gratuito a uno dei patronati e delle associazioni che hanno firmato i protocolli d’intesa con il ministero dell’Interno. Chi invece ha già spedito il modulo per posta non dovrà rifare domanda da capo: nella circolare che il ministero invierà a giorni, si raccomanda agli Sportelli unici di non lasciare indietro le pratiche cartacee nella fase di passaggio.

Al Viminale confidano che la novità accorcerà molto i tempi per il rilascio dei nulla osta, perché oggi gran parte del lavoro degli impiegati consiste nel trascrivere al computer tutti i dati arrivati su carta. Invece ora lo Sportello unico dovrà semplicemente convocare lo straniero per verificare la sua documentazione sul reddito e sull’alloggio. Questo dovrebbe ridurre i ritardi che oggi riguardano soprattutto le grandi città, Roma e Milano in testa.

Le ragioni sono diverse: intanto il boom delle richieste di ricongiungimento, che sono state 49mila nel 2006, 85mila nel 2007 (+73%). Ogni pratica ovviamente può riguardare più di un parente. Le domande sono equamente divise tra coniugi e i figli, con una piccola quota di richieste per i genitori. Ma il vero problema è la concentrazione del lavoro in pochi uffici: nel 2006 ad esempio, da Roma e da Milano sono arrivate rispettivamente 3.800 e 4.300 richieste. E il nord in genere è sovraccarico: nel 2007 il record è andato a Brescia, Torino e Bergamo.

Così se a Como, Venezia o Trento, per un nulla osta ci vogliono 4 o 5 mesi, nelle metropoli come Roma e Milano si può arrivare a due anni. E chi non ce la fa più tenta tutte le strade, anche quella di una finta assunzione con i flussi. Per i 170mila posti del decreto 2007, sono arrivate al Viminale 711mila richieste. Un boom inatteso soprattutto per alcune nazionalità: marocchini, cinesi, e bangladesi, protagonisti rispettivamente di 121mila, 72mila e 70mila assunzioni.
A far pensare agli esperti che dietro ci sia una quota di “ricongiungimenti mascherati” è anche il tipo di domande: la richiesta di colf e badanti è altissima anche in comunità, come quella cinese, in cui il lavoro domestico è poco diffuso.

Per Maurizio Crippa, responsabile immigrazione della Cgil Milano, sono proprio «la mancanza di personale in prefettura e la disorganizzazione sui ricongiungimenti a far aumentare in modo innaturale le domande dei flussi, con l’effetto indiretto di ledere i diritti dei lavoratori migranti». Secondo il suo collega Alfredo Zolla di Roma, il fenomeno quest’anno ha riguardato “quasi il 30% delle richieste di assunzione” presentate attraverso il sindacato. Anche se in novembre il ministero dell’Interno aveva provato a dare una svolta, dando indicazione agli Sportelli unici di inserire al computer solo le pratiche di ricongiungimento già verificate.

Per legge, quando l’attesa supera i 90 giorni dovrebbe esser possibile andare direttamente in patria a chiedere il visto d’ingresso. Ma secondo Crippa, «questa regola viene applicata solo da alcuni consolati, come quelli in Ecuador, Albania ed Egitto». Mentre Ananda Seneviratne, del Forum delle comunità straniere, denuncia che «spesso lo stesso Sportello unico rende questa soluzione impraticabile, rifiutandosi di consegnare allo straniero una copia della sua pratica con data e timbro». E i ritardi sarebbero aumentati da gennaio, quando è arrivata l’indicazione di dare priorità alle richieste dei cittadini del Bangladesh per i familiari delle aree colpite dal ciclone. Perché se il personale è impegnato su un fronte gli altri restano scoperti.

Come accade quando gli Sportelli unici devono gestire anche le pratiche dei flussi (quest’anno 77mila a Milano, 46mila a Roma, 44mila a Brescia). Ma nel frattempo proprio il lavoro sulle assunzioni sembra finalmente avviato: al 10 marzo, erano 72mila le domande esaminate dalle questure con esito positivo, 2.500 quelle respinte. Più lente le Direzioni provinciali del lavoro: 16mila pareri positivi, 6mila dinieghi. In tutto sono 5.600 i nulla osta consegnati, 199 le pratiche chiuse.

(ha collaborato alen custovic)