Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Un furto dietro il raid al Pigneto. Gli investigatori: "Non è politica", La Repubblica, 25/05/08

Un furto dietro il raid al Pigneto. Gli investigatori: "Non è politica", La Repubblica, 25/05/08

Secondo la ricostruzione tutto sarebbe nato da un portafoglio rubato
Un cinquantenne alla testa del gruppo che ha assaltato i negozi

Un furto dietro il raid al Pigneto. Gli investigatori: "Non è politica"

Il sindaco Alemanno: "Il Comune pagherà i danni". Corteo contro il razzismo
Aggredito conduttore del portale DeeGay. Carfagna, Pari opportunità: "E' gravissimo"


ROMA - Ora c'è paura nel quartiere Pigneto a Roma dopo il raid razzista compiuto ieri contro alcuni negozianti extracomunitari da un un gruppo di facinorosi con i volti coperti. Il quartiere romano si è svegliato tra vetri rotti e un'atmosfera pesante: indignazione per quanto successo e paura che si possa ripetere.

Domani corteo al Pigneto. Kabir, uno degli aggrediti, chiede aiuto al governo perchè "adesso abbiamo paura". E oggi nel quartiere è andato il sindaco Gianni Alemanno che, dopo aver portato solidarietà agli immigrati: "Il Comune pagherà i danni". Domani pomeriggio al Pigneto si svolgerà un corteo di "condanna dell'atto squadrista". Lo ha deciso un'assemblea spontanea alla quale hanno partecipato abitanti, centri sociali e comunità di immigrati.

La Polizia: "Non esiste la matrice politica". Gli investigatori della polizia anche oggi sono tornati nel quartiere e lo faranno anche nei prossimi giorni per ascoltare abitanti, testimoni e le vittime dell'assalto. Un raid nato per vendicare uno scippo di cui era rimasto vittima un italiano e di cui, secondo il commando, era responsabile un immigrato. L'assalto, secondo la questura, "non ha un connotato politico con una matrice, ma è piuttosto un gesto sintomo di una forte intolleranza e insofferenza".

Uno scippo dietro l'incursione. Nel negozio di alimentari di Via Macerata è entrato un italiano di circa 50 anni in compagnia di due giovani. C'erano altri due clienti: un italiano e un immigrato. Il 50enne si sarebbe rivolto a quest'ultimo in modo brusco, chiamandolo Mustafà, insultandolo e chiedendogli la restituzione di 'soldi e documenti'. "I documenti te li ho messi nella buca delle lettere", avrebbe detto Mustafà, spiegando di non sapere niente del denaro, ma il 50enne gli avrebbe dato 'appuntamento' per le 17: "O mi riporti tutto o spacchiamo ogni cosa". Alle 17, puntuale, l'uomo è tornato nel negozio. Nuovo diverbio e poi il raid a colpi di bastoni, proseguito per una decina di minuti. Il tutto sempre alla "ricerca di Mustafà". All'arrivo delle volanti del gruppo non c'era più traccia.


Veltroni: "No alla xenofobia". Il leader del Pd Walter Veltroni ha sottolineato che si deve "chiudere la porta a fenomeni razzisti e xenofobi". Gli ha fatto eco Massimo D'Alema (Pd) che chiede il pugno duro contro questo tipo di episodi, "una vergogna per un Paese civile". Intanto il Pd ha chiesto la convocazione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Indignizione e condanna sono stati espressi anche dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, e dal presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che ha sottolineato: "Non importa la matrice, la violenza va comunque condannata. E insieme alla violenza va condannato anche il tentativo di strumentalizzarla".

Aggredito conduttore DeeGay.
Nel frattempo continua a far discutere anche l'altro episodio verificatosi in questi giorni nella capitale, l'aggressione a Christian Floris, conduttore di punta del portale DeeGay.it. Domani Alemanno vedrà i rappresentati delle associazioni gay, mentre oggi fa sentire la sua voce il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna: "Quello che è accaduto a Christian è gravissimo, la mia condanna è ferma, l'orientamento sessuale non puo" determinare discriminazione e violenza", dice in diretta con Radio Città Futura. "Spero che le forze dell'ordine e la magistratura facciano presto nell'individuazione delle responsabilità e siano severissime nella condanna" aggiunge il ministro Carfagna che dieci giorni aveva definito i gay "costituzionalmente sterili", negando il patrocinio al Gay Pride.