MILANO - E' Milano la prima città ad applicare l'articolo 61, comma 11 bis, introdotto dal pacchetto sicurezza varato dal governo Berlusconi. Ossia la disposizione che prevede “l'aggravante se il fatto è commesso da un soggetto che si trova illegalmente sul territorio italiano”.
Domani sul banco degli imputati quattro immigrati irregolari che giunti in Italia - secondo l'accusa - hanno ”infranto” la legge. L'aggravante è stata contestata dal pm di turno ieri nei confronti di un ragazzo cileno 18enne, che dovrà rispondere di danneggiamento e resistenza per un episodio avvenuto nel pronto soccorso “Santa Rita” del capoluogo lombardo; di un marocchino di 27 anni, accusato di spaccio di cocaina ed eroina; e, infine, di un ucraino e un moldavo, rispettivamente di 32 e 25 anni, i quali verranno processati per furto aggravato di 6 televisori e 30 paia di scarpe. In quattro saranno processati per direttissima.
"Solleveremo in aula una questione di legittimità costituzionale della norma, che è contraria all'articolo 3 della Costituzione, per la quale la legge è uguale per tutti". Così l'avvocato Mario Petta, legale del ragazzo cileno arrestato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, commenta la contestazione della nuova aggravante di clandestinità, contestata al suo assistito. "A questa stregua, sarebbe come dire che chiunque abbia i capelli biondi, oppure neri, e commette un reato dev' essere condannato a un terzo in più della pena. A mio avviso si tratta di una norma palesemente incostituzionale".
(ANSA/AGI)