Giovedì 30 ottobre, in contemporanea, in diverse città italiane è stata presentata l’edizione 2008 del Dossier Statistico sull’Immigrazione elaborato da Caritas e l’Associazione Migrantes.
“Sulle strade del futuro” è lo slogan del XVIII rapporto che descrive le tendenze migratorie a livello regionale e nazionale.
Il rapporto stima un numero complessivo di stranieri regolari (comunitari e non) residenti in Italia all’inizio del 2008 che si aggira intorno ai 3.800.000 e 4.000.000, con un aumento di mezzo milione rispetto al dato dell’anno precedente. Come percentuale della popolazione totale del paese, gli stranieri incidono per il 6,7% (14% a Milano e 10% a Torino), una percentuale più alta della media europea. I numeri di Caritas/Migrantes sono più alti di quasi mezzo milione rispetto ai dati forniti da Istat (3.460.000 ) perché prendono in considerazione anche le pratiche anagrafiche in corso di istruttoria.
Certi aspetti sui quali il rapporto Caritas coincide con le valutazioni Istat riguardano invece il forte aumento annuale degli stranieri residenti, la crescita dell’incidenza femminile (ormai quasi alla pari di quella maschile in termini di numero), la varietà dei paesi di origine, la crescente importanza delle seconde generazioni e il carattere familiare e a lungo termine delle migrazioni.
Inoltre il Dossier elenca i fattori che hanno rafforzato i livelli di inserimento degli stranieri in Italia. Uno di questi riguarda le richieste di permesso di soggiorno per lungo soggiornanti che sono state presentate nella maggioranza dei casi. L’alto numero di matrimoni misti (in media 1 su 10 matrimoni celebrati in Italia coinvolge un partner straniero, in nove regioni del Nord addirittura rappresentato il 25%) ed il doppio delle domande di cittadinanza italiana rispetto tre anni fa (che però resta un numero sempre molto inferiore alla media europea) dimostrano la crescente tendenza degli stranieri verso la stabilizzazione permanente in Italia.
L’ambito lavorativo dei migranti in Italia è un altro aspetto dettagliatamente descritto nel rapporto. Si parla di circa 2.000.000 di lavoratori stranieri che in certi campi superano il 10% del totale (in Brescia ad esempio 1 ogni 5 lavoratori è straniero). I lavoratori stranieri sono presenti in vari ambiti lavorativi con un tasso più alto nell’agricoltura, l’edilizia e l’assistenza alle famiglie. Le tipologie di occupazione straniera e i loro numeri variano a seconda delle zone del territorio nazionale: al Nord prevale il lavoro in azienda e il lavoro autonomo; nel Centro, lavoro in famiglia e lavoro autonomo; nel Sud lavoro in famiglia e lavoro agricolo.
Sempre per quanto riguarda il lavoro il Dossier attesta un tasso di disoccupazione straniera due punti percentuali più alto rispetto a quello nazionale ed un aumento degli iscritti ai sindacati (5% sul totale degli iscritti ma 12 % di quelli attivi e cioè escludendo i pensionati).
Le ripercussioni della crisi economico finanziaria che stiamo vivendo sembarano colpire in primo luogo proprio i migranti. Si registra, proprio nell’ultimo trimestre del 2008, un incremento di licenziamenti che riguarda in gran parte lavoratori stranieri.
Saranno i migranti a pagare per primi il prezzo della crisi?
Per quanto riguarda l’imprenditoria migrante, i dati parlano di più del 10% di stranieri coinvolti nel settore, con 165.114 titolari d’imprese, marocchini, romeni e cinesi le nazionalità più intraprendenti.
Le statistiche del rapporto abbattono le credenze sul peso economico degli stranieri delineandoli come portatori di ricchezza. Una ricerca elaborata dell’Istat ha coinvolto tutti i Comuni italiani. Attraverso i dati emerge che, per tutti gli interventi rivolti esclusivamente agli immigrati nell’anno 2006, sono stati spesi 136.700.000 euro (circa 2,4%). Dall’altra parte invece, il gettito fiscale provenuto dagli immigrati per lo stesso anno, è stato di 3 miliardi e 749 milioni di euro. A parte la loro importanza economica per l’Italia, le statistiche dimostrano il crescente contributo finanziario degli immigrati tramite le rimesse a livello internazionale a supporto dei loro paesi d’origine (337 miliardi di dollari a livello mondiale e 6 miliardi di euro in Italia).
Il rapporto disegna lo scenario della presenza dei migranti in Italia anche in termini sociali e culturali. Come portatori di cultura gli immigrati contribuiscono sia a livello linguistico, che arricchendo i contatti commerciali con il resto del mondo. Sono inoltre attivi nel settore dei media dove Cospe ha registrato 146 testate con 800 operatori.
I dati scolastici parlano di circa 600.000 ragazzi stranieri nelle scuole (con un aumento di 70.000 studenti) con 45.000 universitari e 5000 laureati ogni anno.
Il rapporto conclude con una previsione che vede l’Italia a metà secolo con circa 20% di stranieri residenti e visto che il suo futuro non può più essere immaginato senza gli immigrati ritiene essenziale per gli italiani un cambio verso una mentalità sempre più positiva, aperta e interculturale.