Flussi, 100mila posti per colf e badanti
ROMA - Via libera al nuovo decreto flussi per 170 mila lavoratori stranieri, con una quota rilevante riservata a colf e badanti, e “paletti” più severi per le domande arrivate da datori di lavoro stranieri. E' il risultato della riunioentecnica che si è tenuta ieri a Palazzo Chigi fra i tecnici della presidenza del Consiglio e dei ministeri dell'Interno e del Welfare.
Definiti gli ultimi dettagli, il decreto sarà formalizzato probabilmente la prossima settimana.
Confermati i punti principali anticipati da Metropoli in queste settimane: l'accordo è quello di emanare un decreto 'fotocopia' di quello dello scorso anno, anch'esso destinato a 170 mila. Non ci sarà alcun clic day: verranno semplicemente fatte scorrere le graduatorie del 2007, e i nuovi 170 mila “ingressi” verranno individuati tra le circa 540 mila domande eccedenti dell'ultimo decreto.
Confermato l’ampliamento dello spazio per i lavoratori domestici, richiesto da più parti politiche. Secondo indiscrezioni, i posti riservati a colf e badanti potrebbero essere circa 100mila rispetto ai 65mila del 2007. Questa scelta andrà ovviamente a scapito di altre categorie produttive come gli edili (nel 2007 per loro 14.200 assunzioni) o delle nazionalità che, avendo accordi con l’Italia per la riammissione dei clandestini, potevano contare su “quote riservate”.
Confermata anche la scelta di porre requisiti più rigidi per le assunzioni dei datori di lavoro stranieri che sono state ben 350mila, quasi la metà del totale. Sicuramente verrà imposto un limite minimo di anzianità di soggiorno in Italia. Molto probabilmente, verranno accolte solo le domande presentate da immigrati con la carta di soggiorno.
Le richieste saranno vagliate con particolare attenzione per non concedere permessi di soggiorno a chi non ha più i requisiti: non è detto infatti che le assunzioni richieste ormai quasi un anno fa siano ancora possibili. E un controllo ulteriore sarà riservato a quelle presentate da immigrati. Il ministero dell’Interno ha infatti espresso più volte il dubbio che le moltissime richieste presentate, specie da alcune nazionalità come cinesi e marocchini, per assumere lavoratori domestici fossero in realtà forme di “ricongiungimento familiare mascherato”.