Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Accettata la costituzione di parte civile di Antigone nel processo in corso ad Asti a carico di cinque agenti penitenziari accusati di aver maltrattato due detenuti

Accettata la costituzione di parte civile di Antigone nel processo in corso ad Asti a carico di cinque agenti penitenziari accusati di aver maltrattato due detenuti

ABUSO DI FUNZIONE - Roberta Bartolozzi

Antigone entra come parte civile nel processo in corso ad Asti nei confronti di cinque agenti penitenziari accusati, in concorso tra loro e abusando dei poteri inerenti la loro funzione, di aver maltratto due detenuti, Claudio Renne e Andrea Cirino, ristretti nell’Istituto piemontese nel 2004. È stata infatti accettata oggi, durante la prima udienza dibattimentale, la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’Associazione avanzata dall’avvocato Simona Filippi.

“La decisione del Giudice, al di là del nostro ruolo diretto, ci sembra importante – dice Patrizio Gonnella, Presidente dell’Associazione Antigone - nel riconoscere come eventuali soprusi ad opera di appartenenti alle forze dell’ordine riguardino in prima persona le vittime dirette ma anche tutti i cittadini di questo Stato. Con la sua costituzione, inoltre, Antigone potrà attivamente concorrere all’accertamento in dibattimento delle responsabilità dei poliziotti”.

L’indagine della magistratura astigiana era partita dal racconto di un ex agente carcerario arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti insieme alla sua convivente. L’inchiesta si è poi allargata grazie ad intercettazioni e coraggiose testimonianze. Nella relazione di polizia giudiziaria viene descritta una pesante situazione di violenza, degrado morale, abusi di alcool e droga da parte degli agenti che avevano messo su una squadretta di pestatori che aveva in gestione monopolistica, incontrollata e violenta, il reparto di isolamento della casa circondariale piemontese.

Per cinque di loro, (su dodici indagati) i giudici hanno disposto il rinvio a giudizio, perché, per usare le parole dei magistrati, sottoponevano i detenuti, senza alcun motivo plausibile, a un «tormentoso e vessatorio regime» di vita all’interno del carcere.

Per arrivare quanto prima alla sentenza, il Giudice ha disposto un calendario di udienze molto fitto e ha fissato la discussione finale per il prossimo 22 dicembre.  "I legali dei cinque agenti penitenziari si sono opposti alla nostra richiesta - spiega Simona Filippi, l'avvocato dell'Associazione - ma il giudice ha deciso, invece, l'ammissione di Antigone come soggetto leso, al pari delle persone offese, ossia i due detenuti denuncianti. Siamo soddisfatti di poter stare nel processo - aggiunge il legale - e ci stupiamo che non abbia chiesto di costituirsi parte civile anche il ministero della Giustizia".
 
Articolo pubblicato su Terra