Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator On line il 4° Libro Bianco sulla Fini-Giovanardi

On line il 4° Libro Bianco sulla Fini-Giovanardi

4 detenuti su 10 in carcere per la legge antidroga, un detenuto su tre è tossicodipendente, diminuiscono le misure alternative e crollano le richieste di programmi terapeutici. Dal 1990 quasi un milione di persone colpite da sanzioni amministrative.

E’ stato presentato oggi a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati il 4° Libro Bianco sugli effetti della Legge  Fini Giovanardi. Giunto alla quarta edizione, il libro bianco è a cura di Antigone, CNCA, Forum Droghe e Società della Ragione, con l’adesione di Magistratura Democratica, Unione Camere Penali.

Scarica il libro bianco in formato pdf: libro_bianco_2013-web.pdf.

Ecco invece il Libro Bianco in pillole:

4 detenuti su 10: l’impatto della legge antidroga sul carcere.

Aumentano gli ingressi in carcere per droga in rapporto al totale degli ingressi. Infatti alla fine del 2012 gli ingressi totali in carcere 63.020, quelli per violazione del solo art. 73 (detenzione) della legge antidroga 20.465, pari al 32,47% rispetto al 28% del 2006.

Al 31 dicembre 2012 i detenuti presenti erano 65.701, quelli ristretti per art. 73 (detenzione) 25.269, pari al 38,46%. Raddoppiano quindi i detenuti presenti  in carcere per art. 73 dai 14.640 del 31 dicembre 2006.

Per violazione dell’art. 74 (associazione finalizzata al traffico) sono entrati nel 2012 250 soggetti e sono presenti 761 detenuti.

1 su 3: tossicodipendenti in carcere

Nel 2012 su 63.020 ingressi totali i tossicodipendenti entrati in carcere sono stati 18.225, pari al 28,92%. Nel 2006 la percentuale corrispondeva al 27,16.

Al 31/12/2012 i detenuti tossicodipendenti presenti 15663 (dalla rilevazione mancano 5 istituti di cui il carcere di Rebibbia a Roma) pari al 23,84%. Nel 2006 la percentuale era del 21,44.

Anche nel 2012 si conferma il dato che la repressione punta alla cannabis, con una percentuale del 42,5% sul totale delle denunce.

La repressione sul consumo:

Dopo la flessione del 2009-2010, continuano ad aumentare le segnalazioni al prefetto per mero consumo personale: dai 32.575 segnalati nel 2010 ai 35.762 nel 2012, di cui 28.095 per cannabinoidi, ovvero il 78,56%! Va ricordato, come esempio di persecuzione di massa, che dal 1990 al 2012 le persone segnalate ai prefetti per le sanzioni amministrative sono state 853.004.

Più che raddoppiate le sanzioni irrogate: dalle 7.229 del 2006 alle 16.205 del 2012.

Crollano le richieste di programmi terapeutici: da 6.713 nel 2006 a 340 nel 2012.

Le misure alternative al carcere:

Diminuiscono le misure alternative: da 3.852 persone in affidamento nel 2006 a 2.816 al 30 maggio 2012

Prima del 2006, la maggioranza dei tossicodipendenti godeva dell’affidamento dalla libertà, con la nuova legge il rapporto si è invertito: al 30 maggio 2012, 1.854 persone erano in affidamento dopo essere passate dal carcere, a fronte di 962 soggetti provenienti dalla libertà.

Conclusioni

Il sistema repressivo punta al basso: i dati complessivi ci dicono che la gran parte delle persone che entrano in carcere per la legge antidroga sono  consumatori o piccoli spacciatori.

La repressione è concentrata sulla cannabis.

L’impatto  carcerario della legge antidroga è la principale causa del sovraffollamento.

All’aumento della carcerazione e delle sanzioni amministrative corrisponde un abbattimento dei programmi terapeutici.

I dati forniti annualmente dalla Relazione del Governo al Parlamento sono in parte carenti, in parte inaffidabili e soprattutto reticenti: in particolare mancano a livello nazionale i dati sulle condanne per l’ipotesi di lieve entità dell’art. 73. Una ricerca in profondità condotta in Toscana mostra che il 40% dei detenuti sono in carcere per reati di droga minori.

E’ urgente una modifica della legge, iniziando da norme che definiscano come reato autonomo l’ipotesi di lieve entità dell’art. 73 con una pena ridotta che escluda l’ingresso in carcere, che si cancelli la legge Cirielli sulla recidiva, che si rendano di nuovo praticabili le alternative terapeutiche, sia per le condanne carcerarie che per le sanzioni amministrative.