L’Aula del Senato ha approvato il disegno di legge Mastella sulla giustizia e ora il provvedimento passa alla Camera dove, vista l’ampia maggioranza su cui può contare il governo, il passaggio della norma sarà probabilmente più agevole. Il via libera è arrivato mercoledì sera, con 159 sì e 148 no, dopo che già nel tardo pomeriggio era stato approvato il maxi-emendamento che ha sbloccato il ddl dopo lo stop decretato dal voto di astensione dell’Italia dei valori espresso martedì.
Le modifiche - Nonostante molte modifiche siano state introdotte grazie alle intese raggiunte tra maggioranza e opposizione e inserite nel maxi emendamento, la Cdl ha votato contro il ddl nel suo complesso. In particolare, il testo approvato, rispetto a quello originariamente presentato dal Guardasigilli, prevede la sospensione fino al 31 luglio 2007 soltanto dell’entrata in vigore del decreto che disciplina la carriera dei magistrati e la separazione delle funzioni tra giudici e pm. Sono state invece direttamente modificate, e non soltanto sospese, le parti relative agli illeciti disciplinari e al riassetto delle procure.
Nonostante molte modifiche siano state introdotte grazie alle intese raggiunte tra maggioranza e opposizione e inserite nel maxi emendamento, la Cdl ha votato contro il ddl nel suo complesso. In particolare, il testo approvato, rispetto a quello originariamente presentato dal Guardasigilli, prevede la sospensione fino al 31 luglio 2007 soltanto dell’entrata in vigore del decreto che disciplina la carriera dei magistrati e la separazione delle funzioni tra giudici e pm. Sono state invece direttamente modificate, e non soltanto sospese, le parti relative agli illeciti disciplinari e al riassetto delle procure.Toghe senza partito - Le nuove norme prevedono anche che i magistrati non possano iscriversi o partecipare sistematicamente e continuativamente a partiti politici. In particolare, rientrano tra gli illeciti "l’iscrizione e la partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici ovvero il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario che possono condizionare l’esercizio delle funzioni o comunque compromettere l’immagine del magistrato".
Le nuove norme prevedono anche che i magistrati non possano iscriversi o partecipare sistematicamente e continuativamente a partiti politici. In particolare, rientrano tra gli illeciti "l’iscrizione e la partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici ovvero il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario che possono condizionare l’esercizio delle funzioni o comunque compromettere l’immagine del magistrato".Le reazioni - Soddisfatto il ministro Clemente Mastella, secondo cui "ha vinto il Parlamento e questa è una bella giornata perché il Parlamento non doveva sconfiggere nessuno. Non c’erano legionari né crociati". Diverso l’umore del suo predecessore sulla poltrona di Guardasigilli, il leghista Roberto Castelli, che rimprovera alla maggioranza di non avere avuto "il coraggio di affrontare l’ultimo tabù, quello della separazione delle carriere dei magistrati e della meritocrazia.
Soddisfatto il ministro Clemente Mastella, secondo cui "ha vinto il Parlamento e questa è una bella giornata perché il Parlamento non doveva sconfiggere nessuno. Non c’erano legionari né crociati". Diverso l’umore del suo predecessore sulla poltrona di Guardasigilli, il leghista Roberto Castelli, che rimprovera alla maggioranza di non avere avuto "il coraggio di affrontare l’ultimo tabù, quello della separazione delle carriere dei magistrati e della meritocrazia.Una volta o l’altra bisognerà affrontarlo questo punto. Credo che abbiamo perso quest’ultimo treno e chissà quando potremo prenderne un altro".
Castelli ha comunque espresso apprezzamento per il fatto che il "Parlamento ha dimostrato la sua autonomia e indipendenza dalla magistratura" per l’intesa Cdl-Unione sulla riorganizzazione delle procure e sugli illeciti disciplinari. Lieto della conclusione della vicenda è invece il presidente del Senato, Franco Marini: "Mi pare che il risultato di oggi sia una cosa buona per il Senato. Il mio auspicio è che possa venire fuori qualche punto di incontro importante anche nel dibattito sulla finanziaria".
Le critiche di Di Pietro - Al leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, resta l’amaro in bocca. "Il voto al Senato dimostra che avevamo ragione noi: invece di cercare accordi sotto banco con l’opposizione si sarebbe fatto meglio a puntare tutto sulla maggioranza che aveva i numeri per superare le difficoltà. Spero che Mastella da questo tragga una lezione per il futuro". "Se Mastella ci avesse dato retta - aggiunge Di Pietro - sarebbe bastato fare un solo voto, una sola norma, con un testo semplice: "la riforma Castelli per l’ordinamento giudiziario è abrogata". Ma non ha voluto ascoltarci. E ora spero solo che abbia imparato la lezione".
Al leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, resta l’amaro in bocca. "Il voto al Senato dimostra che avevamo ragione noi: invece di cercare accordi sotto banco con l’opposizione si sarebbe fatto meglio a puntare tutto sulla maggioranza che aveva i numeri per superare le difficoltà. Spero che Mastella da questo tragga una lezione per il futuro". "Se Mastella ci avesse dato retta - aggiunge Di Pietro - sarebbe bastato fare un solo voto, una sola norma, con un testo semplice: "la riforma Castelli per l’ordinamento giudiziario è abrogata". Ma non ha voluto ascoltarci. E ora spero solo che abbia imparato la lezione".