Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Donne islamiche, Prodi sul velo"Lo usino, ma senza coprirsi il viso", La Repubblica, 17/10/06

Donne islamiche, Prodi sul velo"Lo usino, ma senza coprirsi il viso", La Repubblica, 17/10/06

"Il problema non è quel che si indossa, ma se ci si nasconde"
"La nostra politica: flussi guidati, e tutela dei diritti di chi arriva"

 Donne islamiche, Prodi sul velo"Lo usino, ma senza coprirsi il viso"

ROMA - Le donne immigrate musulmane non devono nascondere completamente il loro volto dietro a un velo, se vogliono integrarsi davvero e essere parte del futuro dell'Italia. Ne è convinto Romano Prodi, che in un'intervista alla Reuters tv affronta i temi legati a immigrazione e integrazione, ricordando come, fin dalla sua elezione a presidente del Consiglio, più volte abbia sollecitato l'Unione Europea affinché collabori a incrementare i controlli nell'area del Mediterraneo (soprattutto dopo gli ingenti sbarchi di clandestini che si sono ripetuti nel corso dell'estate), lavorando allo stesso tempo per rendere più rapida l'integrazione, anche dal punto di vista giuridico, per i cittadini che si trovano già in Italia.

Le dichiarazioni di Prodi seguono di pochi giorni quelle di Jack Straw, ex ministro britannico dell'Interno e capogruppo laburista ai Comuni, che si era detto personalmente favorevole alla proibizione del velo islamico per le donne musulmane, consuetudine che per Straw rappresenterebbe un ostacolo al dialogo tra le comunità. "Non puoi coprirti il volto - afferma Prodi -. Se vuoi indossare il velo, va bene. Ma dev%u2019essere possibile vederti. E%u2019 un fatto di buon senso, credo, è importante per la nostra società. Non si tratta di come ci si veste, ma se ci si nasconde o meno”.

Da questo punto di vista, il presidente del Consiglio è chiaro: "Gli immigrati sono parte del nostro futuro". Parole che in un certo senso fanno eco a quelle di Straw, secondo il quale il velo rappresenta "un elemento visibile di separazione e differenza". Affermazioni "completamente sensate", aveva aggiunto il premier britannico Tony Blair, intervenendo in quello che aveva definito "un dibattito difficile e delicato".


Nell'intervista, Prodi critica la politica sull'immigrazione sostenuta dall'opposizione di centrodestra, che sostiene la necessità di riportare a 5 anni il periodo necessario a ottenere la cittadinanza italiana, in cambio del rispetto delle leggi italiane. "Il problema è avere delle regole chiare, in modo tale che se gli immigrati si comportano nel rispetto delle leggi, possono diventare cittadini italiani". Perché quello dell'immigrazione, sottolinea il presidente del Consiglio, "non è un problema che riguarda solo gli elettori del centrodestra, ma una questione che riguarda tutti, perché per la prima volta un Paese che fu di emigranti diventa un luogo d'arrivo di immigrati".

La politica del centrodestra sull'immigrazione, aggiunge Prodi, "è stata quella di chiudere gli occhi e lasciarli entrare, una politica solo in teoria molto restrittiva. La mia idea è quella di un'immigrazione 'guidata', che garantisca agli immigrati i loro diritti con il necessario realismo rispetto a un flusso enorme di persone". Pochi giorni fa, in occasione del summit in Finlandia, l'Italia e altri partner europei hanno proposto una politica comune sull'immigrazione, "e una decisione potrebbe essere presa - ha detto Prodi - nel summit di dicembre a Bruxelles".