Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Falsi matrimoni per ottenere i visti per l'Italia, Metropoli, 27/02/07

Falsi matrimoni per ottenere i visti per l'Italia, Metropoli, 27/02/07

Falsi matrimoni per ottenere
i visti per l'Italia

Trenta arresti nel barese

BARI - Avrebbero ottenuto 5.000 euro gli italiani celibi che hanno accettato di sposare in Cina donne cinesi. E' questo uno dei particolari che emergono dall'operazione con la quale polizia e carabinieri stanno smantellando nel barese un'organizzazione italo-cinese che organizzava in Cina matrimoni-farsa per far entrare in Italia donne cinesi.
Dopo il matrimonio, l'uomo tornava subito in patria; la moglie, invece, appena otteneva il visto, versava all'organizzazione criminale una somma di 15-20.000 euro: quindi, raggiungeva l'Italia dove otteneva un lavoro come badante, o veniva impiegata in ristoranti, oppure in altre attività economiche gestite da connazionali.


Intanto a Pescara la squadra mobile della Questura
ha arrestato cinque cittadini cinesi accusati di sfruttamento della prostituzione perché avrebbero gestito diverse case d'appuntamento ognuna delle quali avrebbe fruttato 1.500 euro al giorno. Regolari i contratti di affitto, molto meno la posizione degli organizzatori del giro, due donne ed un uomo, e delle loro prostitute, senza permessi di soggiorno.
L'irruzione, sabato pomeriggio, è stata fatta a Montesilvano (Pescara), nella casa a luci rosse di Viale D'Annunzio, dove c'erano quattro dei cinque arrestati: una prostituta, Zhao Li, di 40 anni, e le tre presunte "menti" del gruppo: Liu Yong Jiao (26), il suo compagno Chen Hongguang (36) e Hou Xiu (48), che aveva il compito di smistare le chiamate dei clienti ma si occupava anche degli annunci e dell'andamento dell'incasso (50 euro a cliente), totalmente dirottato in Cina.

Le contestazioni sono quelle di associazione per delinquere, sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina.
L'altra arrestata, ma solo per inottemperanza ad un ordine del Questore di Venezia, è la prostituta che teneva attiva un'altra casa d'appuntamento sequestrata a Pescara, in uno stabile di Viale Kennedy, L.L., di 39 anni.
Secondo le intercettazioni telefoniche è lei ad essere stata picchiata e violentata da un cliente che voleva rubare l'incasso. Dinanzi agli investigatori, però, ha negato che l'episodio sia mai avvenuto. L'altra prostituta trovata nella terza casa d'appuntamento di Corso Umberto, a Montesilvano, è stata accompagnata in un centro di Bari.

Oltre al sequestro preventivo dei tre appartamenti, la polizia ha preso in consegna dieci cellulari e 3.500 euro in contanti. Le indagini, coordinate dai pm Gennaro Varone e Francesca Del Villano, puntano a rintracciare i complici, almeno tre, a stabilire con certezza se agenzie immobiliari e proprietari degli appartamenti fossero all'oscuro, come sembra, e ad accertare i legami esistenti tra questa organizzazione e quella sgominata a metà dicembre dello scorso anno.

(ANSA)