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Museo delI'Immigrazione
Ministero dell'identità, 8 storici si dimettono
E' scontro tra il neopresidente francese e la società civile
Anche se Sarkozy si muove con i piedi di piombo, in attesa delle legislative di domenica prossima, un primo grosso scontro tra il neo-presidente e la società civile è già in corso.
Otto storici specialisti dell'immigrazione in Francia, tra cui Gérard Noiriel e Patrick Weil, si sono dimessi dal Comitato di storia della Cité nationale de l'histoire de l'immigration - un organismo nato per affiancare la creazione di un museo dell'immigrazione e offrire un riconoscimento a tutti i migranti che hanno fatto la Francia - per protestare contro il nuovo ministero dell' «immigrazione, dell'integrazione e dell'identità nazionale». Il ministro, Brice Hortefeux (davvero un fedelissimo di Sarkozy), ha ricevuto la fronda, per cercare di limitare i danni. Ma non ha convinto gli storici a ritirare le dimissioni. «L'opposizione tra immigrazione e identità nazionale è un brutto segnale inviato a una parte della popolazione francese» afferma la storica Nancy Green.
Per Patrick Weil, «questo tipo di associazione di idee è stato utilizzato dall'Action française o dal Club dell'orologio», cioè da organizzazioni, del passato e del presente, legate all'estrema destra. Weil sottolinea che un tentativo del genere è esistito negli Usa, ma presto si è rivelato un fallimento. «Il controllo delle frontiere e le naturalizzazioni sono due cose del tutto diverse e che si sposano male - afferma - voler riunire queste due prerogative sotto il sigillo del'identità nazionale mi sembra molto pericoloso». Secondo Nancy Green, il nuovo ministero crea un «irrigidimento sull'identità unica, che non esiste in un grande paese d'immigrazione come la Francia e che non è possibile stabilire per decreto». Ma Hortefeux risponde che i sondaggi danno ragione a Sarkozy. Del resto, Nicolas Sarkozy è riuscito ad eliminare elettoralmente il Fronte nazionale adottandone alcune posizioni. «Non vogliamo lasciare all'estrema destra il monopolio del concetto di identità nazionale» afferma Hortefeux. Per il ministro, «le parole immigrazione, integrazione, identità nazionale e co-sviluppo formano gli anelli di una stessa catena». Hortefeux, nel suo primo intervento, ha affermato che il suo obiettivo è «espellere» 25mila clandestini l'anno dalla Francia.
Gli storici dimissionari stanno preparando un sito Internet, di vigilannza, allerta e informazione sulle decisioni governative relative all'immigrazione.
Il Resf (rete educazione senza frontiere) nata un anno fa contro le espulsioni di Sarkozy ministro degli interni, che difende le famiglie dei bambini sans papiers scolarizzati in Francia, continua ad essere in piena attività, tanto più che Hortefeux ha detto chiaramente che anche se i bambini che si trovano sul territorio francese hanno diritto ad essere scolarizzati, questo non vuol dire che le famglie abbiano diritto alla regolarizzazione.