Quale il livello di reciproca conoscenza tra gli Italiani e gli immigrati? Quale l'integrazione socio-culturale degli stranieri nel nostro paese? Gli italiani sono favorevoli alla proposta di abbassare gli anni per ottenere la cittadinanza da 10 a 5?
A queste ed a altre domande cerca di rispondere una ricerca sociale, effettuata tra il mese di marzo e quello di maggio 2007, e commissionata dal Ministero dell'Interno (Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione) alla società Makno & consulting.
Dall’indagine emerge che la preoccupazione per il “problema immigrati” viene dopo molte altre sicuramente consistenti, come, disoccupazione, lavoro precario, restrizioni del welfare, caro prezzi, crisi economica. In particolare la disoccupazione si colloca al primo posto nell’elenco delle priorità con un terzo esatto delle indicazioni. Al secondo posto il caro prezzi e l’assistenza sanitaria. L’immigrazione arriva solo all’ottavo posto con il 7,9%. E a conferma di questo quadro il 42% degli intervistati esprime sentimenti di apertura verso gli immigrati, contro il 33% che manifesta sentimenti di chiusura. Il 25% non se ne occupa e dice di provare sentimenti di estraneità. In altri termini, la maggior parte degli italiani parrebbe vivere in termini di “apertura” la presenza degli stranieri, mentre un terzo prova sentimenti di chiusura.
Più nel dettaglio agli intervistati è stato chiesto di esprimere il proprio grado di accordo/disaccordo nei confronti di una serie di proposizioni. Da tale analisi è emerso quanto segue:
Sulla riforma della cittadinanza prevale una scarsa informazione, così come del resto su gran parte delle materie che riguardano l’immigrazione. La maggioranza degli italiani (il 54,5%) si dice comunque favorevole alla riforma che riduce gli anni necessari ad ottenerla. Tra gli stranieri il 47,6 promuove tutti i nuovi criteri previsti dalla riforma per ottenere la cittadinanza, il 13% indica che il previsto esame può essere un ostacolo all’ottenimento, altri chiedono verifiche diverse da quelle previste, il 16% non sa. Per quanto riguarda poi i bambini la stragrande maggioranza è favorevole a all’introduzione di criteri meno rigidi.
In base alle risposte date dagli immigrati a domande relative all’immagine che hanno degli italiani e di sé stessi, si è potuto delineare il profilo di un soggetto poco omogeneo. Gli studiosi hanno individuato cinque gruppi portatori di orientamenti diversi verso la società italiana. Il primo e più ampio (36,7%) è composto da chi valuta positivamente gli italiani e desidera assimilarsi. Il secondo (33,2%) da chi pensa che gli italiani siano razzisti. Poi viene chi non ha una grande opinione degli italiani ma non pensa che siano razzisti e critica gli altri immigrati; chi non desidera assimilarsi; e infine chi ritiene che gli italiani non siano razzisti e difende la reputazione degli immigrati.