Richiesta eccezionale di domande di asilo all’ufficio immigrazione della questura di Roma.
Più di 1300 richieste di asilo politico presentata da cittadini del Balgladesh acqua e viveri a chi era in fila al freddo; impegnati nell'assistenza anche 118 e l’azienda per la nettezza urbana.
Dopo l’alluvione che nel mese di ottobre ha colpito il Bangladesh, a seguito del passaggio del ciclone Sidr, in poche settimane i bangladesi hanno presentato più di 1.400 domande nella sola città di Roma, cui si aggiungono le 1.300 di ieri.
Ieri il lavoro all'ufficio immigrazione, diretto dal vicequestore Maurizio Improta, è stato interamente dedicato alla ricezione delle 1.300 domande, che saranno valutate dalla commissione territoriale per il rilascio dell'asilo politico. Non spetta infatti all'ufficio della questura decidere su un'eventuale accettazione delle richieste.
Poche settimane fa, anche a seguito della mobilitazione della comunità, il ministero dell'Interno aveva deciso il blocco delle espulsioni dei cittadini bangladesi, proprio a causa della particolare situazione in cui si è trovato il Paese dopo l'alluvione. I rappresentanti della comunità avevano accolto la decisione con un po’ di delusione: chiedevano infatti la concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Dopo una lunga mobilitazione, un presidio permanente in piazza a San Giovanni e l’avvio dello sciopero della fame, la questura aveva deciso di procedere con un’apertura straordinaria dello sportello per accogliere tutte le domande di asilo.
Durante l’apertura straordinaria di ieri sono stati una cinquantina, tra agenti ed ispettori, i funzionari impegnati a ricevere le domande, mentre il Comune di Roma ha fornito acqua e viveri a chi era in fila al freddo; impegnati nell'assistenza anche 118 e l’azienda per la nettezza urbana.