ROMA - Il governo blocca ancora una volta i comuni che vogliono portare gli immigrati alle urne modificando i propri statuti. Una decisione accolta "con rammarico" dall'Anci, che sollecita una legge nazionale che riconosca finalmente ai nuovi cittadini questo diritto.
Giovedì scorso, su proposta del Ministro dell'Interno, il Consiglio dei Ministri ha annullato le delibere consiliari adottate dai Comuni di Perugia, La Spezia e Cesena per concedere l' elettorato attivo e passivo nei consigli circoscrizionali e di quartiere ai cittadini extraue. Una decisone presa "a tutela dell'unità dell´ordinamento ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge n. 400 del 1988", come si legge in un comunicato diramato dal governo.
È il copione già messo in scena in passato, sia dal governo Berlusconi che quello attuale, per annullare le modifiche statutarie di altri comuni (come Genova, Ancona e Torino) che volevano far votare i residenti stranieri. L'esecutivo continua a basarsi su un parere del Consiglio di Stato richiesto dall' allora ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu su una delibera per il voto approvata a Genova.
"Il dibattito che all'epoca determinò il confronto delle diverse posizioni sul tema da parte di politici, amministratori, giuristi e studiosi della materia, pur giustificato dalla massiccia presenza di extracomunitari nel tessuto sociale italiano e dalla aspirazione a veder riconosciuti taluni diritti propri della cittadinanza, venne superato dalle considerazioni del Consiglio di Stato" spiega una recente nota del Viminale. Il Consiglio di Stato ha infatti "evidenziato come l'articolo 117 della Costituzione riservi alla legislazione esclusiva dello Stato le materie della "condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione Europea", della "immigrazione" e della "legislazione elettorale" di Comuni, Province e Città metropolitane" .
Insomma, secondo il consiglio di Stato e quindi anche per il governo sul voto agli immigrati può decidere solo il Parlamento.
"Non possiamo nascondere il nostro rammarico per la decisione del Consiglio dei Ministri" ha commentato Fabio Sturani, Vice Presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani con delega sull'immigrazione. "Noi stessi abbiamo elaborato un disegno di legge ordinaria che regolamenta la materia, l'abbiamo condiviso con le Regioni e inviato, per ben due volte, a tutti i capigruppo parlamentari e a tutti i Ministri competenti per materia".
"Credo che se la stessa sollecitudine con cui si annullano gli statuti comunali fosse adottata per approvare, finalmente, la proposta di legge dell'ANCI per l'estensione del diritto di voto - ha concluso Sturani - si eviterebbero incresciosi contenziosi tra amministrazioni, e si arriverebbe ad una tutela finalmente garantita a tutti gli stranieri residenti in Italia. Ricordo che si tratta di un diritto garantito in quasi tutti gli altri paesi europei e sul quale c'è, mi pare, disponibilità da parte dell'intero schieramento politico. Mi domando cosa si sta aspettando".