Il leader libico incontra separatamente D'Alema e Amato Gheddafi: «L'immigrazione va governata» Il piano Frontex per il pattugliamento congiunto delle coste. La Libia impegnata contro il fondamentalismo islamico | |
TRIPOLI - L'immigrazione va governata, non fermata. Lo ha detto il leader libico Muhammar Gheddafi mercoledì sera ai ministri europei nella tenda al centro della sua villa di Tripoli, a margine del primo vertice Unione europea-Unione africana (Ue-Ua) sull'immigrazione e lo sviluppo in corso nella capitale libica. «Esiste un diritto naturale per cui la terra, e quindi anche l'Europa, non è di proprietà di nessuno. Esiste quindi un diritto dei popoli a spostarsi», ha detto il Colonnello.
«ORA VI RICORDIAMO CHE SIAMO ITALIANI» - A riferire le parole del Colonnello è stato il ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema. Il capo della Farnesina ha raccontato che Gheddafi ha fatto un «discorso sulla storia dello schiavismo» e si è detto consapevole che «l'immigrazione è un problema reale» tanto che «anche la Libia ha un numero elevato di immigrati. Durante il colonialismo ci avete insegnato che la Libia era Italia, e il Marocco era Francia. Adesso noi vi ricordiamo che siamo italiani e francesi».
FRONTEX - Giovedì mattina, poi, D’Alema e il ministro dell’Interno Giuliano Amato sono stati gli unici politici europei ricevuti personalmente da Gheddafi. Il rais è «assolutamente d'accordo» sul progetto Frontex, il pattugliamento misto italo-libico delle coste, ha reso noto Amato al termine dell'incontro. I libici però pongono due condizioni: che insieme a Frontex inizi il controllo del deserto a carico dell'Ue, e che questo venga affidato a Malta e all'Italia con la collaborazione della Libia. Amato ha spiegato che dall'inizio dell'anno su 20 mila sbarchi in Italia, 8 mila erano persone giunte dal Marocco e passate attraverso la Libia, così come 2.500 eritrei.
CONTENZIOSO E FONDAMENTALISMO - «La situazione si è avviata positivamente su problemi complicati. Sono questioni che vanno trattate sotto ogni aspetto politico, economico e della sicurezza», ha detto D'Alema riferendosi al contenzioso sui risarcimenti del periodo coloniale italiano che la Libia reclama dal 1969. «Ci sarà un negoziato specifico tra Italia e Libia e tutti i particolari saranno resi noti al momento opportuno». Il rais ha ricordato la questione della costruzione di un ospedale che dovrebbe produrre protesi per i mutilati dalle mine italiane della seconda guerra mondiale in Libia. L'Italia ha ribadito la propria disponibilità.
La Libia, inoltre, è «fortemente impegnata» nella battaglia contro il fondamentalismo islamico, ha riferito D'Alema. «Abbiamo parlato della necessità di una forte cooperazione tra Europa, Italia, Usa e di tutta la comunità internazionale e il mondo arabo per fermare il pericolo fondamentalista dove si manifesta, compresi i Paesi africani dove in questo momento l'islamismo sta guadagnando proseliti».