La Amato-Ferrero era stata annunciata per il Consiglio dei ministri di stamani
Le nuove norme per gli immigrati combattono i clandestini e cercano di favorire l'integrazione
Immigrazione, ancora un rinvio
"E' una legge che costa molto"
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Ancora uno stop per la Amato-Ferrero, il disegno di legge delega che dovrà sostituire le norme sull'immigrazione previste dalla Bossi-Fini. Il testo doveva essere discusso a palazzo Chigi questa mattina ma c'è stato un nuovo rinvio. "Sarà all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 24 aprile", si affrettano a precisare dal ministero della Solidarietà sociale, attore-protagonista della riforma insieme con il ministero dell'Interno. Ma alle difficoltà politiche si stanno sommando quelle economiche e il destino della legge sembra complicarsi non poco. "E' una legge che effettivamente ha dei costi economici non indifferenti e ognuno dei ministeri coinvolti - non solo Interno e Solidarietà sociale ma anche Salute, Pubblica Istruzione, Lavoro, Economia e Finanze - vuol dire la sua prima di dare il via libera" aggiungono dagli uffici della Solidarietà sociale. Fatto sta che, pur essendo tutto pronto da metà febbraio - alcune parti, come quella relativa alla cittadinanza hanno già il testo scritto e specificato - il governo tentenna nel licenziare la legge quadro.
Il motivo ufficioso di questo nuovo rinvio sono proprio i soldi. Ne servono tanti per "promuovere l'immigrazione regolare favorendo l'incontro tra domanda e offerta di lavoro di cittadini stranieri" e garantire i diritti alle salute, all'istruzione e alla casa dell'immigrato. Così tanti che, sussurrano alcune indiscrezioni, l'altolà sarebbe arrivato proprio dallo staff del ministero dell'Economia che avrebbe dato una prescrizione secca: la legge si può fare purché il capitolo di spesa ricada sul bilancio del 2008. Non se ne parla di stralciare qualche capitolo - vedi quello della cittadinanza che sarebbe riconosciuta in base allo ius soli , cioè a dove si nasce, e non più allo ius sanguinis - "perché la legge quadro deve marciare unita e compatta". Lasciare un pezzo indietro potrebbe significare perderlo per sempre.
Sono 2 milioni e 600 mila gli stranieri ufficialmente residenti in Italia con un'incidenza del 4,5 per cento sulla popolazione. La Amato-Ferrero, dal nome dei due ministri Giuliano Amato e Paolo Ferrero, è una legge quadro che dà mandato al Parlamento di fissare le linee direttrici della riforma.
Per limitare il flusso dei clandestini (circa 700 mila in Italia), la ricetta prevede tre punti fondamentali: aumentare i flussi di lavoratori legali con una programmazione triennale delle quote; creare liste di collocamento all'estero presso consolati e organizzazioni internazionali convenzionate con l'Italia dove gli stranieri potranno iscriversi in base a quello che sanno fare; lo sponsor che potrà essere privato oppure pubblico, un ente, un sindacato.
Sul fronte dell'integrazione il ministro Paolo Ferrero ha previsto un piano tanto nobile quanto ambizioso: diritto di voto nelle amministrative per chi ha la carta di soggiorno; edilizia pubblica, scuola, assistenza sanitaria. Un concetto che il ministro ha spiegato più volte: "Negli ultimi dieci anni sono arrivati in Italia oltre due milioni di lavoratori, tutte persone di età compresa tra i 20 e i 40 anni che stanno lavorando nel nostro paese. E' giusto investire qualcosa per la loro crescita, formazione e tutela". L'assistenza sanitaria, ad esempio: poiché la Amato-Ferrero abbassa da cinque a tre anni di regolare soggiorno il limite per avere diritto all'assistenza sociale, è chiaro chi aumentano tutte le voci di spea in quei capitoli del bilancio dello Stato.
Ed è proprio questa la parte della legge più "difficile", quella che costa di più e su cui ogni volta scattano i rinvii.