Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Edilizia, lavoro nero per 30mila romeni, Metropoli, 27/04/07

Edilizia, lavoro nero per 30mila romeni, Metropoli, 27/04/07

Edilizia, lavoro nero per 30mila romeni

Nell'edilizia sono impiegati in nero oltre 30mila lavoratori romeni. Il dato dei primi tre mesi del 2007 è stato annunciato dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano, nel corso della presentazione della campagna del governo contro il lavoro nero. L'ingresso della Romania nell'Unione europea ha consentito la scoperta di migliaia di lavoratori romeni che fino all'anno scorso erano clandestini. Le ispezioni nei cantieri avevano scoperto 258 romeni irregolari nel dicembre 2006, saliti a oltre 11mila nel febbraio 2007

ROMA - Sono state 51.109 le aziende risultate irregolari alle verifiche degli ispettori nel primo trimestre del 2007, 10 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2006. Dalle ispezioni del ministero del Lavoro, dell'Inail, dell"Inps e dei carabinieri - nei primi tre mesi di quest'anno - sono emersi 76.429 lavoratori irregolari e 32.908 lavoratori che erano totalmente al nero. Si registra una grande successo delle ispezioni nei cantieri edili dove dal primo agosto 2006 al 31 marzo del 2007, sono “emersi” 94.054 lavoratori di cui quasi 49 mila immigrati. Clamoroso il dato sui lavoratori rumeni. Se nel dicembre 2006 risultavano 258 rumeni irregolari in edilizia, nel gennaio del 2007 sono stati 10.155, 11.873 a febbraio, circa 8000 a marzo (dati ancora incompleti). Siamo di fronte, dunque, a un vero e proprio boom dell'emersione rumena.

I dati sono stati presentati con una conferenza stampa dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che ha illustrato la campagna del governo "Esci dal nero. Conviene”. In particolare il ministro del Lavoro si è soffermato sui dati riguardanti l'edilizia, anche perché nella divisione dei compiti a livello istituzionale è proprio il settore che il ministero del Lavoro deve monitorare. Dal primo agosto del 2006 al 31 marzo scorso, gli ispettori hanno scoperto appunto più di 94 mila edili al nero, ovvero lavoratori che non risultavano in nessun libro paga e quindi in nessun elenco dell'Inail nelle aziende ispezionate. Di questi, 45.246 lavoratori edili al nero erano italiani e 48.808 stranieri. Più della metà di questi lavoratori edili al nero scoperti dagli ispettori ha un'età giovane. Più di 50 mila di loro hanno infatti meno di 30 anni, mentre altri 43.897 hanno più di 30 anni. Molti dei lavoratori al nero con meno di 30 anni erano alla loro prima assunzione.

Dai dati distribuiti durante la conferenza stampa del ministro Damiano, risulta che il settore dell'edilizia è in crescita costante. Le assunzioni dei primi tre mesi del 2007 sono superiori a quelle del 2006 e risulta maggiore anche il saldo occupazionale (ovvero la differenza tra assunzioni e cessazioni di contratti di lavoro). Si tratta di un fenomeno doppio perché da una parte riflette la crescita economica del settore, ma dall'altra anche lo sviluppo del fenomeno dell'emersione dal lavoro nero. Nel gennaio del 2006 erano stati assunti 66.443 edili, licenziati 49.975 con un saldo occupazionale di 16.468 persone. Quest'anno invece, sempre a gennaio, sono stati assunti 82.490 edili, 57.102 sono stati licenziati, con un saldo occupazionale di 25.388 persone. Anche i saldi Inps relativi al versamento dei contributi risultano così in crescita. L'ultimo saldo (quello del marzo scorso) equivale a 5.910.000 di euro, contro un saldo di 5.075.000 di euro dello stesso mese del 2006. Complessivamente dunque il saldo dei lavoratori occupati nel settore nel 2007 rispetto ai dati del 2006 è di +12.646 unità, mentre il saldo dei contributi riscossi nel 2007 è di +10.685.000 euro.

Ma un altro dato davvero clamoroso relativo sempre all'edilizia riguarda i lavoratori rumeni. Dalla cartellina distribuita al ministero del Lavoro e dalle dichiarazioni dello stesso ministro Damiano risulta con l'ingresso della Romania nell'Unione europea si è registrato in Italia un vero e proprio boom dell'emersione dal nero degli edili rumeni. Se infatti a dicembre del 2006 contro un totale di circa 70 mila rumeni assicurati con l'Inail (quindi assunti in modo regolare dalle aziende) c'erano 258 lavoratori al nero, il mese successivo, nel gennaio di quest'anno (data di ingresso della Romania in Europa), gli edili al nero sono diventati improvvisamente 10.155. Nel mese di febbraio gli ispettori hanno scoperto altri 11.873 lavoratori edili rumeni al nero e nel mese di marzo (ma i dati sono ancora provvisori) sono stati scoperti 8.315 lavoratori al nero. Si tratta dunque di oltre 30 mila lavoratori rumeni (30.343 per la precisione) che lavoravano fino a ieri totalmente al nero nella miriadi di imprese di appalto e subappalto dell'edilizia italiana. Tutta questa mole di emersione è stata possibile grazie appunto all'ingresso nella Ue della Romania. Non essendo più “clandestini” dal punto di vista delle leggi sull'immigrazione, i rumeni al nero sono diventati visibili anche all'Inail.

(redattore sociale)

Lavoro nero, Caritas: più italiani che stranieri

“I lavoratori in nero sono in maggioranza italiani e non immigrati, costretti dai datori di lavoro, con il ricatto di non poter lavorare”. La denuncia è del direttore della Caritas diocesana di Roma, mons. Guerino Di Tora. “Il lavoro sommerso - ha dichiarato al Servizio Informazione Religiosa - è una delle più grandi anomalie dell'economia italiana e una delle più gravi ingiustizie della nostra società. Una forma di sfruttamento inaccettabile, che pregiudica la sicurezza dei lavoratori e i loro diritti, ma, anche, altera il mercato e la concorrenza. La condanna deve essere forte e senza mezze misure”.

In occasione della Giornata mondiale contro il lavoro nero, mons. Di Tora, ha usato parole dure: “Chi incentiva in vario modo il lavoro irregolare va condannato moralmente senza mezzi termini, anche se crede di comportarsi bene e si crea l'alibi di coscienza di favorire così l'occupazione”. “Serve, soprattutto - ha aggiunto - una educazione alla cultura della legalità, in una formazione continua di coscienze sane alla legalità e al bene, che deve avvenire in famiglia, a scuola, nelle parrocchie, pretendendo coerenza con i principi innanzitutto a partire da casa propria. Perchè abbiamo bisogno di buoni testimoni molto più che di ottimi maestri”.

(AGI)

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