I migranti, in mare da una decina di giorni, erano disidratati e ustionati
Scortati fino al porticciolo di Terrasini: uno è morto subito, gli altri tre trasferiti in ospedale
Palermo, morto uno dei 4 clandestini soccorsi a bordo di un gommone
PALERMO - E' morto per gli stenti della traversata nel canale di Sicilia uno dei quattro migranti, di origine marocchina, soccorsi questa mattina a largo di Palermo. Il gommone, con a bordo una persona distesa e le altre tre in acqua aggrappate al mezzo, è stato recuperato a cinque miglia dall'aeroporto Falcone-Borsellino dalla Capitaneria di porto.
I quattro clandestini, in mare da almeno una decina di giorni, erano disidratati, ustionati e affamati. Il gommone è stato scortato sino al porticciolo di Terrasini, nel palermitano, e uno dei quattro è morto non appena adagiato nella banchina, poco prima di essere trasferito in ambulanza. Gli altri tre nordafricani sono stati ricoverati, due all'ospedale Cervello (secondo i sanitari sono solo infreddoliti e impauriti ma non c'è pericolo per la loro vita), l'ultimo si trova al pronto soccorso di Villa Sofia dove ha ricevuto le prime cure. A dare l'allarme è stato stamattina lo yacht inglese "Mari Lupe", proveniente dalla Sardegna.
In base al racconto di uno dei tre sopravvissuti, i migranti si sarebbero avventurati nel Mar Mediterraneo per raggiungere l'Italia alla fine del mese di aprile, e pare che avessero terminato le scorte di cibo e acqua da oltre una settimana.
Ma non è ancora chiaro come siano finiti nella zona di Punta Raisi. Secondo la Capitaneria di porto, che sta svolgendo i primi accertamenti sul naufragio, i quattro immigrati sarebbero stati abbandonati in mare su un gommone da una "nave madre". Il battello era infatti privo di motore ausiliario e di qualunque altro mezzo per affrontare una lunga traversata. E' impensabile inoltre che i clandestini abbiano tentato di raggiungere la Sicilia in gommone dalle coste del Marocco.
La zona dove è stato intercettato il natante, a largo della costa palermitana, è fuori dalle rotte battute tradizionalmente dai clandestini, sull'asse Libia-Lampedusa. Nei mesi scorsi alcuni sbarchi "anomali" si erano registrati anche sulle coste della Sardegna, ma in quel caso gli extracomunitari erano partiti dalle coste algerine.