Incidenti sul lavoro, 1.306 morti nel 2006
Nel 2006, 1.306 persone hanno perso la vita sul lavoro, il 2,2% in più rispetto al 2005. E' uno dei dati diffusi dall'Inail, che ha reso noti anche i numeri - provvisori - relativi ai primi tre mesi del 2007. Nel 2006, gli incidenti in genere sono stati 927.998. Ma a questi, secondo il ministro del Lavoro Cesare Damiano, ne vanno aggiunto almeno 200mila non dichiarati. L'aumento degli infortuni mortali ha colpito soprattutto le donne e i lavoratori anziani. In calo invece le vittime straniere (141, cioè il 6% in meno rispetto all'anno precedente)
ROMA – Nei primi tre mesi del 2007, gli incidenti mortali sul lavoro sono diminuiti in modo consistente. E' quanto emerge dai dati ancora provvisori diffusi ieri dall'Inail (istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Nel primo trimestre 2007 gli infortuni mortali sono stati 229 a fronte dei 271 registrati nello stesso periodo del 2006 (-15,5%), e la media nei primi 90 giorni dell'anno è scesa sotto i tre morti al giorno.
La cifra però, chiarisce l'istituto, potrebbe aumentare con il conto degli incidenti avvenuti nel primo trimestre ma non ancora registrati: il calo potrebbe essere solo del 4%. Un calo significativo nei primi tre mesi dell'anno si è registrato anche sugli infortuni in genere, che hanno toccato quota 220.953 a fronte dei 230.858 del 2006.
Nel 2006, gli incidenti mortali nel complesso erano stati 1.302, con una crescita del 2,2% rispetto al 2005, a causa soprattutto dell'aumento registrato nell'industria (+8%). L'Inail segnala che, nonostante questo aumento, gli ultimi cinque anni hanno avuto un trend discendente. Nel complesso tra 2002 e 2006 gli infortuni in genere sono diminuiti da 992.655 a 927.998 con un calo del 6,5% (-1,6% in media annua) mentre quelli mortali hanno registrato una riduzione dell'11,9% nei cinque anni (erano stati 1.478 nel 2002) con un calo in media annua del 3%.
Nel 2006 sono aumentati soprattutto gli infortuni mortali nell'industria (da 609 a 658 con un +8%) e in particolare nelle costruzioni (da 284 a 318 con un +12%), mentre sono diminuiti gli incidenti in agricoltura (da 137 a 121 con un -11,7%) e nei servizi (da 528 a 523 con un -0,9%). A subire incidenti mortali sono prevalentemente uomini (1.201 a fronte di 101 donne nel 2006) ma per le donne c'è stato un incremento significativo rispetto al 2005 (+14,8%). Sono in calo le vittime tra gli extracomunitari (141 morti -6,0%).
L'aumento complessivo degli incidenti mortali è stato quasi tutto a carico della fascia più anziana di lavoratori, con 414 morti con più di 50 anni (+13,7%). Calano gli infortuni mortali sulla strada per il lavoro che nell'anno si fermano a 255 casi (-7,3%), mentre aumentano del 4,8% quelli in occasione di lavoro (1.047 casi).
L'Italia ha un tasso di incidenza degli infortuni in linea con l'Ue a 15 sia per gli incidenti in generale (3.085 ogni 100.000 occupati) sia per i casi mortali (2,5 ogni 100.000 lavoratori), lontana dalla Svezia (1 ogni 100.000 occupati) e dal Regno Unito (1,4) ma vicina alla Germania (2,2) e la Francia (2,7).
"Costruiamo la mappa del rischio. Abbattiamo il rischio". Così, commentando i dati Inail che ha definito “allarmanti”, il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha sottolineato l'impegno suo e del Governo sul tema. Oltretutto - ha spiegato Damiano - "sfuggono gli infortuni non dichiarati, che vengono stimati in circa 200mila lo scorso anno e che, paradossalmente, l'azione di contrasto del Governo a precarietà e lavoro nero, "poterebbe far emergere", comportando così "un aumento statistico che sarebbe comunque un fatto positivo perché porterebbe il fenomeno in chiaro".
"Più ispettori e rivedere insieme alle imprese il sistema degli appalti e delle condizioni di lavoro, dagli orari di lavoro alla formazione" è la proposta operativa del presidente della commissione Lavoro a Montecitorio, Gianni Pagliarini (Pdci).
(ANSA)