Domande dei flussi, respinto il 25%
Sarà completato entro l'estate l'esame delle domande presentate per il Decreto flussi 2006. Ma il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, durante un'audizione alla Commissione lavoro della Camera, ha anche annunciato che il 25% delle domande è stato respinto, per lo più per motivi burocratici. Ferrero ha anche parlato del prossimo decreto flussi, che difficilmente sarà pronto in autunno
ROMA - Le domande di assunzione presentate con il decreto flussi del 2006 saranno probabilmente esaminate tutte entro l'estate. Lo ha reso noto il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero, che è tornato a denunciare la lentezza della procedura, durate un'audizione alla commissione Lavoro della Camera dei deputati. ''Pensiamo di poter finire il lavoro complessivo dell'esame delle pratiche per l'estate - ha detto Ferrero - ben 16 mesi dopo che i datori di lavoro ne avranno fatto richiesta''. L'idea di fare un nuovo decreto flussi nell'autunno 2007, ''magari per rispondere a imprese che ne facciano domanda solo nell'inverno 2008 è un non senso'', secondo il ministro della Solidarietà sociale.
Delle 520mila domande presentate, ha aggiunto Ferrero, e tolte quelle dei necomunitari (romeni e bulgari), che erano circa un quarto, il tasso di rigetto ''sfiora il 25%, in larga parte per motivi burocratici''. "La maggior parte delle domande - ha aggiunto Ferrero - erano incomplete, potrebbero quindi essere recuperate". Tra il 2006 e il 2007, ha stimato dunque Ferrero, ''entreranno regolarmente circa 100mila persone, su una domanda di circa 350-400mila lavoratori da parte del mercato del lavoro''. Ferrero ha inoltre ribadito che deve essere superato il nuovo sistema di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, affidato a Poste italiane. ''La mia opinione non è di disdire l'accordo con le poste oggi - ha precisato Ferrero - anche se non funziona, ma non soltanto per via della penale che verrebbe applicata''. Bisogna usare il tempo che rimane, secondo il ministro della Solidarietà sociale, ''per cominciare a passare le competenze ai Comuni e costruire un 'luogo' dello Stato dove i permessi possano venire rinnovati agevolmente''.
Secondo il ministro, inoltre, "con la legge Bossi-Fini sono entrati in Italia circa 100 mila clandestini in più l'anno, di questi larga parte lavora in nero”. Secondo Ferrero, "l'attuale legge sull'immigrazione rende impossibile l'incontro regolare di domanda e offerta di lavoro, favorendo l'estensione del lavoro nero".
Per quanto riguarda la riforma della legge sulla cittadinanza, si avvicina il passaggio in aula. La commissione Affari costituzionali ha infatti approvato un testo unificato dopo quasi un anno di lavoro. Già nel mese di giugno la parola passerà alle aule di Camera e Senato. Nella nuova proposta è stato introdotto il principio della cittadinanza per nascita, che viene però attenuato da alcuni ulteriori requisiti, come la residenza legale di almeno uno dei genitori. Diventano invece più restrittive le norme per l'acquisizione della cittadinanza per matrimonio: due anni di convivenza invece degli attuali sei mesi.