Phone center in Lombardia
Sulle nuove regole deciderà la Consulta
Secondo il Tar di Brescia la legge regionale è in contrasto con la Costituzione. Pubblicata l' ordinanza con tutte le motivazioni
BRESCIA - Potrebbe cadere sotto i colpi della Consulta la legge sui phone center che ha
mandato in crisi migliaia di negozi in Lombardia: le nuove norme ledono diversi principi affermati nella Costituzione.
Ne sono convinti i giudici del TAR di Brescia al quale si erano rivolti nove titolari di phone center che si erano visti chiudere il negozio dal Comune perché non si erano adeguati alla ormai famigerata
legge regionale 6/2006. A marzo scorso i giudici avevano già sospeso in via cautelativa quelle chiusure, mentre con il 16 maggio scorso hanno
sollevato con un'ordinanza una questione di legittimità costituzionale.
Sotto accusa è finito l'articolo 8 della nuova legge, che fissa rigidi requisiti igienico-sanitari per i phone center come due bagni (3 se il locale supera i 60mq), una sala d'attesa, cabine telefoniche di 1 mq, il rispetto della normativa in materia di barriere architettoniche e la presenza di una cabina per i disabili. Per i giudici del Tar, proprio fissando regole così strette, la legge invade il campo di competenza delle Asl, alle quali sono demandati i regolamenti locali di igiene, e quello dei Comuni che devono recepire quei regolamenti.
Inoltre, si condanna l'effetto retroattivo della legge sui phone center già attivi. A chi non può adeguare i locali non rimane che scegliere tra il trasferimento dell'attività in altri locali (sempre che ce ne siano di disponibili) o la chiusura, perché non sono ammesse deroghe. Questo delinea anche una disparità di trattamento (e quindi lede il principio di uguaglianza), ad esempio, rispetto a bar e ristoranti per i quali i regolamenti di igiene prevedono "un criterio di gradualità nell'adeguamento ai nuovi requisiti con la possibilità di deroghe".
Il Tar punta poi il dito contro i due (o tre) bagni imposti dalla legge. "Una simile dotazione è paragonabile a quella richiesta per strutture con frequentazione molto superiore come i teatri, i cinema, i locali adibiti a pubblico spettacolo" che se accolgono fino a duecento spettatori devono appunto avere 2 bagni, e un bagno ulteriore per ogni incremento di 100 spettatori. Nei locali di vendita al pubblico, i regolamenti d'igiene in vigore a Brescia prescrivono solo un bagno per i titolari e i dipendenti, mentre due bagni ( tre nei locali superiori ai 60mq) sono necessari in bar e ristoranti. "Da questo quadro -si legge nell'ordinanza - risulta che i phone center sono stati assimilati agli esercizi dove si svolge attività di somministrazione benché l'attività svolta e il tempo di permanenza del pubblico presentino problemi completamente diversi".
Infine, secondo i giudici, la nuova legge "ha introdotto prescrizioni eccessivamente penalizzanti per gli operatori economici", andando quindi contro l'articolo 41 della Costituzione che tutela la libertà di iniziativa economica. È ad esempio considerato inutile e gravoso l'obbligo per i vecchi gestori (anche in questo caso senza possibilità di deroga) di comprare nuove cabine di almeno 1mq, che comporta "una duplicazione dei costi". Questo "ha effetti anticoncorrenziali, in quanto danneggia i gestori meno solidi economicamente".
Scarica l'ordinanza del TAR di Brescia
Elvio Pasca