Sulle rive del Tevere una notte senza tetto
«In Italia i rom sono stanziali. Io vivo e lavoro qui da quasi 30 anni eppure sono costretto a stare nei campi nomadi. In quello dove abitavo prima, Foro Boario, ci stavamo bene. Eravamo lì dal '93 ma adesso ci hanno sgomberato. Ci avevano promesso un'altra area attrezzata, che i bambini avrebbero potuto continuare la scuola e anche 2.000 euro a famiglia per ricominciare. Ma era una trappola. Ci siamo cascati e adesso siamo a Saxa Rubra in un mare di guai: i bambini hanno perso la scuola, di attrezzato non c'è nulla e l'indennizzo non lo abbiamo visto». Chi parla è Aldo, della comunità Calderash di Saxa Rubra, che ha organizzato, insieme all'associazione Stalker e al Campo per la Pace Ebraico, l'iniziativa «Sogno di una notte di mezza estate», in solidarietà con le migliaia di persone senza casa e senza diritti. Invitano la cittadinanza a trascorrere la notte del solstizio d'estate sul Tevere. L'appuntamento è alle 20.00 del 21 giugno sotto ponte Garibaldi ed è la conclusione di un'esperienza fatta con gli studenti di architettura che da tre mesi si incontrano per camminare lungo il fiume e conoscere e ascoltare chi ci vive. Allo sleep out di giovedì prossimo ci saranno anche i francesi dell'associazione «I figli di Don Chisciotte», quelli che si erano accampati sulle rive della Senna in un quartiere dell'alta borghesia parigina per portare all'attenzione della città il problema dei senza tetto. Augustin Legrand dice: «La vittoria è certa perché noi diciamo la verità quindi, una volta che la gente avrà modo di ascoltarla, sarà con noi». L'ottimismo delle sue parole sembra una sfida. Forse anche perché in Francia il governo li ha almeno ascoltati. Qui, invece, il sindaco Veltroni, per ora, ha firmato il «patto per la legalità» che dice che i rom devono andarsene dalla città.