Rapporto Ismu, a Milano irregolari in crescita
Aumentano a Milano e in tutta la provincia il numero di immigrati senza permesso di soggiorno. In un anno sono 20.000 in più e sono diventati 87.000.Il dato arriva dal "Decimo rapporto sull'immigrazione straniera nella Provincia di Milano", realizzato dalla Provincia e dall'Ismu (Fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità). Solo a Milano gli irregolari sono 156.000
MILANO -A Milano e provincia cresce il numero di immigrati e di irregolari: in totale al primo luglio 2006 erano 389 mila (29 mila in più rispetto al 2005), di cui 87 mila senza permesso di soggiorno (l'anno precedente erano 67 mila).
È quanto emerge dal "X rapporto sull'immigrazione straniera nella provincia di Milano", realizzato dalla Provincia e dalla Fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità (Ismu).
Nella città di Milano si concentra poco più della metà degli immigrati di tutta la provincia: sono infatti 198 mila e 300 (di cui 156 mila irregolari). "Oggi non è più solo il capoluogo ad attirare gli stranieri, ma anche gli altri comuni -spiega Gian Carlo Blangiardo, vice coordinatore dell'Ismu-. Sono sempre di più gli immigrati che scelgono di vivere fuori dal capoluogo, segno che anche lì ora ci sono servizi che soddisfano le loro esigenze".
Rispetto al 1998, anno delle prime rilevazioni dell'Ismu, la popolazione straniera è più che triplicato nel milanese. "Ormai siamo di fronte a cifre elevate, che sono destinate ad aumentare, perché gli squilibri mondiali costringono milioni di persone a lasciare il loro paese - aggiunge Gian Carlo Blangiardo - Le politiche repressive non portano benefici, ma penso che ci voglia accortezza nell'aprire le frontiere a tutti, perché l'accoglienza richiede risorse e non siamo del tutto pronti". Il volto di Milano e della provincia, come il resto dell'Italia, è destinato a cambiare con la presenza massiccia di stranieri. "Nei prossimi anni sentiremo il peso di questo flusso -sottolinea Gian Carlo Blangiardo-. La Bossi-Fini voleva fermarlo, ma si è visto che non c'è riuscita".
Gli irregolari. Sono il 22,5% degli immigrati presenti nella provincia. Fra le nazionalità in cui più è più elevato il numero di chi è clandestino, troviamo i rumeni (il dato è riferito a prima dell'entrata della Romania nell'Unione europea; ndr) dove uno su tre è irregolare e gli ucraini (tre su dieci). I più "virtuosi" sono invece filìppini (solo il 17% è senza permesso di soggiorno), i cingalesi (18%), i cinesi e i pakistani (19%). "Il numero degli irregolari fluttua nel corso degli anni -spiega Gian Carlo Blangiardo-. Dopo la regolarizzazione del 2003 a seguito del decreto flussi della Bossi-Fini, erano diminuiti, ora ne stanno arrivando altri, che sperano di ottenere prima o poi il permesso di soggiorno".
I paesi di provenienza. Il maggior numero di immigrati sono quelli partiti dai paesi asiatici: a Milano e provincia sono 105 mila e 200 (pari al 27% del totale). Seguono quelli provenienti dall'est Europa che sono 96 mila e 100, pari al 24,7%, dal nord africa (76 mila e 100 pari al 19,6%) e America latina (89 mila e 100 pari al 22,9%). "Al contrario di altri paesi europei l'immigrazione nel nostro paese non è omogenea -aggiunge Gian Carlo Blangiardo-. In Francia, per esempio, sono soprattutto africani dai paesi francofoni, in Italia giungono da ogni continente".
Età, titolo di studio e religione. Il 52% degli immigrati nella provincia di Milano sono uomini e hanno in media 32 anni. La maggior parte ha un diploma di scuola media superiore (43% a Milano e 47% negli altri comuni), mentre i laureati sono di più a Milano (uno su quattro) che nel resto della provincia (16%). A Milano la maggioranza sono cattolici (43%), seguono i i musulmani (24,7%) e le altre confessioni cristiane (20%), mentre in provincia prevalgono i musulmani (40,6%), seguiti da cattolici (29,8%) e altre confessioni cristiane (21,2%).
Casa e lavoro. Il 62% degli immigrati a Milano e il 65% in provincia abitano in una casa privata: di questi il 19% in un appartamento di sua proprietà nel capoluogo e il 15,1% negli altri comuni. Coabitano con altre famiglie straniere circa il 21%. Pochi quelli che si rivolgono ai centri di accoglienza: 1 % a Milano e 0,7% in provincia. Per quanto riguarda il lavoro, uno su tre ha un impiego regolare a tempo determinato, mentre l'8% sono lavoratori autonomi. I disoccupati sono il 7%. (dp)
(www.redattoresociale.it)