Siamo più italiani grazie agli stranieri
Secondo il rapporto annuale dell'Istat la popolazione in Italia ha superato quota 59 milioni. Cresciamo perché aumentano gli stranieri
Sara Farolfi
Lavorano, e pagano tasse e contributi gli immigrati che hanno portato la popolazione residente in Italia a quota 59 milioni. Il censimento annuale diffuso ieri dall'Istat (con i dati al 31 dicembre 2006) certifica, di fatto, una tendenza in corso già da alcuni anni. Precisa infatti l'Istituto nazionale di statistica che l'aumento della popolazione residente, pari allo 0,6% (379.576 persone), è dovuto quasi interamente alle migrazioni dall'estero. E non è un caso che le regioni italiane più interessate dal fenomeno siano proprio quelle produttive del Nordest, dove sette persone su cento sono straniere. Ma i numeri includono solo gli immigrati in regola (i residenti). Fuori dal computo resta perciò tutto il mondo del sommerso - e degli invisibili - che in Italia, ormai si sa, non è poca cosa.
I dati Istat dicono insomma che una fetta sempre più consistente della popolazione è straniera (il 5% nel 2006 contro il 4,5% nel 2005). E anche che questa fetta va a inserirsi nelle regioni più produttive del paese. La presenza di immigrati è sensibilmente più elevata al Centro Nord rispetto al Sud. Spicca il Nord Est, con un rapporto stranieri - italiani del 7,2%, e a seguire del 6,8% nel Nordovest, e del 6,4% nel Centro Italia. Mentre nel Mezzogiorno la quota di stranieri residenti scende all'1,6%. «Gli immigrati rappresentano ormai una parte consistente della popolazione del nostro paese e contribuiscono alla crescita dell'Italia, inoltre la loro maggiore presenza nelle aree più industrializzate rileva come siano strettamente legati alle necessità produttive del paese» commenta il ministro Ferrero. «L'immigrazione non può essere considerata come un fenomeno passeggero - conclude - Questi dati, più di ogni analisi, ci parlano del futuro del nostro paese».
E ancora, sono soprattutto gli immigrati che contribuiscono alla crescita del tasso di natalità. Negli ultimi dodici anni, infatti, l'incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati della popolazione residente in Italia ha registrato un fortissimo incremento, passando dall'1,7% al 10,3%. In particolare nelle regioni del Centro Nord, quelle dalla presenza straniera più stabile e radicata, registrano percentuali di gran lunga superiori alla media nazionale. Con il 16% di bimbi stranieri tra Nord Est e Nord Ovest, il 12% nelle regioni del Centro, e solo il 2% nel Sud Italia. Complessivamente - nota l'Istat - si conferma una tendenza all'aumento nel lungo periodo: l'ammontare complessivo di nascite risulta più elevato di quello relativo a tutti i 12 anni precedenti, fatta eccezione per il 2004. E se nel 2006, il numero di figli per ogni donna italiana è stato di 1,35 (sic), la media dei figli delle donne straniere in Italia è pari a 2,41. Anche qui, con una grossa forbice tra Nord e Sud Italia (tra il 1995 e il 2006 il tasso di natalità è aumentato al Nord di oltre il 30%, mentre è diminuito al Sud del 6,5%).
Ma l'annuario dell'Istituto di statistica fornisce anche altre informazioni. Ad esempio, sulle migrazioni interne, rileva l'Istat che nel 2006 circa un milione e mezzo di persone ha fatto trasferimenti di residenza interni, e si tratta soprattutto di spostamenti dalle regioni del Mezzogiorno a quelle del Nord e del Centro. Gli stranieri presentano una maggiore propensione alla mobilità e contribuiscono al movimento interno per circa il 15%. A livello regionale, l'Emilia Romagna è la regione più attrattiva (10,4 per mille di tasso migratorio), seguita dal Trentino (8,4 per mille), dal Friuli Venezia Giulia (7,8 per mille), dalla Lombardia (7,3 per mille) dalla Valle d'Aosta e dalla Toscana (7,4 per mille).
Rileva ancora l'Istat che il 99,4% degi residenti vive in famiglia, e il numero medio di componenti dei 23 milioni e 900 mila nuclei familiari è di 2,5 persone. Rosi Bindi coglie l'occasione per dire che «occorre rafforzare le politiche per la famiglia».
E l'annuario si conclude con qualche previsione. Il sessanta milionesimo italiano potrebbe chiamarsi Mircea, o forse Bamir o Mohamed, oppure ancora Wang. Difficilmente sarà nato in Italia, e probabilmente sarà residente in un comune del Centro Nord. Forse sarà rumeno, perchè dalla Romania proviene la maggior parte degli immigrati regolari (271.491 persone), oppure albanese (l256.916 persone), marocchino (dal Marocco provengono 239.728 residenti), o cinese (114.165 persone). Ogni persona dotata di buon senso - economisti compresi - dovrebbe felicitarsi, e facilitare così la convivenza con i nostri nuovi concittadini. Invece (per ora) Mircea lo rispediamo in Romania, Mohamed lo teniamo sotto stretto controllo, e Wang ci mette i brividi solo a sentirlo nominare.