Dalle rimesse un'opportunità per l'Africa
di Elisa Cozzarini
ROMA - «Ogni Stato africano ha la sua diaspora, che può partecipare attivamente allo sviluppo del Paese d'origine. Capo Verde, ad esempio, ha imprese quotate in borsa, in cui si può investire, oppure ci si può lanciare in joint ventures nel turismo», afferma Bernardino Hopffer Almada, responsabile della sezione consolare all'Ambasciata capoverdiana a Roma. «Oggi la diplomazia ha anche il compito di orientare gli africani a creare ricchezza nei propri Paesi. I capoverdiani sono tra le comunità di immigrazione più antica in Italia. Le donne, spesso collaboratrici domestiche, sono qui da 40 anni. Ormai le loro rimesse non devono solo rispondere ai bisogni primari delle famiglie».
Da gennaio a luglio Bernardino Hopffer Almada e altri diplomatici africani hanno seguito un corso organizzato dal Centro di Studi e Ricerca sull'Africa e la Diaspora (Cerad) e Politecnico di Milano. Obiettivo del corso è formare i diplomatici su come favorire l'investimento privato estero in Africa. «La stessa cosa è avvenuta in passato per l'Italia», spiega il direttore del Cerad, il camerunese Guy Ernest Sanga. «La popolazione che emigrava ha sempre conservato un saldo legame con il Paese d'origine e le rappresentanze diplomatiche all'estero hanno giocato un ruolo determinante, spingendo i concittadini a investire anche e soprattutto in Italia, creando nuove opportunità di lavoro per i giovani e stimolando l'economia».
Emile Butoyi, il secondo consigliere dell'Ambasciata del Burundi a Roma, anche lui frequentatore del corso, anticipa che «ci sono già progetti concreti per i prossimi mesi. Ad esempio, in ottobre verranno in Italia 12 imprenditrici del Burundi per un forum che riunirà diplomatici, donne e uomini d'affari italiani e africani ed esplorerà le possibilità di investire in Africa, per valorizzare le risorse dei nostri Paesi». Il forum, alla seconda edizione, è intitolato “International Italian Business, Investment & Careers in Africa” (IIBICA) e sarà a Milano dal 4 al 6 ottobre. Organizzatore è sempre il Cerad.
Quest'associazione, d'ispirazione panafricana, intende contribuire a diffondere un'idea di Africa lontana dagli stereotipi che la dipingono come continente affamato e senza speranze, in balia degli aiuti dell'Occidente. Al contrario, l'obiettivo del Cerad è valorizzare il ruolo della diaspora come tramite e veicolo di sviluppo per l'Africa. I principali interlocutori, quindi, sono i membri delle diverse comunità africane in Italia, considerati come attori del rinnovamento e di tramite tra il Nord e il Sud del Mondo.
«Tra i progetti in cantiere c'è anche la creazione di uno sportello che dia assistenza, supporto e consulenza agli immigrati africani residenti in Italia e a tutti coloro che vogliono creare imprese in Africa», aggiunge Alessandra Gerbo, responsabile pubbliche relazioni del Cerad. «Sarà un vero e proprio punto informativo, con il possibile partenariato del Politecnico e della Banca Popolare di Milano».
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