Il ministro dell'Interno Amato e il sindaco di Roma Walter Veltroni hanno siglato questa mattina al Viminale un accordo per la promozione del “Progetto per le accoglienze e l'integrazione sociale e lavorativa dei richiedenti asilo, dei titolari di permesso per ragioni umanitarie e dei rifugiati”.
A ottobre aprirà un nuovo centro a Roma in grado di ospitare oltre 400 persone con nuove modalità di accoglienza e programmi di sostegno per l’inserimento nella società di uomini, donne e minori costretti a lasciare il loro Paese perché oggetto di persecuzione.
“Un piccolo evento con un grande valore”, ha osservato il ministro dell’Interno Amato durante la conferenza stampa di presentazione.
Il progetto riguarda persone che abbandonano la propria terra perché perseguitati, ha spiegato il ministro, “come hanno fatto i padri della mia generazione, costretti a lasciare il nostro Paese solo perché antifascisti o ebrei”. “E' una questione di civiltà”, ha detto spiegando che “con le espulsioni o l’immigrazione in genere questo accordo non c’entra proprio nulla”.
Non si tratta di immigrati sollecitati da motivi economici, ha osservato il sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi, “chi viene in Italia chiedendo asilo non ha più nulla, noi abbiamo il dovere di intervenire”.
Ricordando le 5.347 persone accolte nel sistema nazionale di protezione nel 2006 con il riconoscimento dello “status di rifugiato”, il sottosegretario ha osservato come la situazione attuale imponga “uno sforzo in due direzioni: potenziare il sistema nazionale di protezione, come chiedeva anche la Commissione De Mistura, e rendere l’accoglienza incisiva nelle città dove è più marcata la presenza dei richiedenti asilo e dei rifugiati”.
L’iniziativa illustrata dal sottosegretario parte con il Comune di Roma, ma in seguito dovrebbe interessare anche Milano e Venezia; rappresenta la volontà “di essere per queste persone una terra nuova, una terra madre, che consenta nuove prospettive di inclusione”.
La Prefettura di Roma, ha spiegato il sottosegretario, ha seguito il lavoro di stesura dei contenuti dell’accordo e ne curerà gli aspetti successivi.
Nei confronti di persone minacciate che chiedono asilo “una comunità civile non può e non deve far altro che favorirne l’integrazione”, ha sostenuto il sindaco di Roma Walter Veltroni, “è un fatto di maturità civile”. Tra le attività da mettere in campo “devono poter sempre coesistere tre posizioni: la capacità di accoglienza, la capacità di repressione e quella di integrazione”, ha spiegato.
Il nuovo centro, secondo il sindaco, è “un prototipo” deve essere considerato quale “baricentro di un sistema di reti di accoglienza” che interessa tutta la città, un “lavoro di squadra” che evidenzia la presenza di un clima di civiltà. “Nessuno può dire ‘la cosa non mi riguarda’ - ha osservato il sindaco - i cittadini sono maturi, spesso è la politica che è irresponsabile”.
Infine, il ministro Amato ha annunciato che “questo venerdì o il prossimo, il Consiglio di ministri dovrebbe approvare, in prima lettura, gli schemi di decreto legislativo con cui si dà attuazione alle
direttive comunitarie relative allo status di rifugiato e alle procedure per il riconoscimento di questo status, per avere la disciplina che la Costituzione richiede”.
Presenti all’evento il capo di Gabinetto del Ministro, Giovanni De Gennaro, il capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, prefetto Mario Morcone, e il prefetto di Roma Achille Serra.
Nuove modalità di accoglienza e un sistema territoriale integrato sono gli obiettivi che il Ministero dell’Interno e il Comune di Roma intendono raggiungere con l’attivazione del nuovo centro a Roma.
E’ una cittadella, discretamente inserita nel territorio, in cui possono essere svolte diverse attività.
Dotata di un grande parco, la struttura presenta a piano terra un atrio, con giardino interno, uffici e mensa; un settore è completamente destinato allo studio, con aule e servizi; sono presenti, inoltre, sala riunioni, teatro, palestra e chiesa. Al secondo, al terzo e al quarto piano si trovano gli alloggi.
L’area residenziale è in grado di ospitare circa 400 persone, con un’offerta differenziata secondo le necessità emerse nei colloqui di prima accoglienza. In una seconda fase, possono essere proposti orientamenti per la ricerca del lavoro e percorsi per la conoscenza delle regole sociali e del mercato del lavoro.
I servizi offerti, accesi in spazi modulari e flessibili, consentono percorsi alternativi che, a partire da una fase temporanea di accoglienza emergenziale, possono arrivare fino all’autonomia sociale.
· I servizi generici prevedono l’accoglienza e l’assistenza per la residenzialità, con stanze riservate per parenti in visita temporanea; e i servizi di vigilanza della struttura, con una postazione di un gruppo di Polizia municipale.
· Altri servizi riguardano: l’informazione, la mediazione linguistica culturale, l’alfabetizzazione e l’orientamento linguistico, l’orientamento psicosociale, l’assistenza socio sanitaria, il servizio sanitario, l’orientamento abitativo, l’orientamento formativo e lavorativo (corsi di formazione professionale), l’orientamento socio legale.
· Negli spazi comuni sono presenti: un centro digitale con sala internet e punto informativo, laboratori multimediali, sala intrattenimento culturale, emeroteca e biblioteca multilingue, luoghi di culto, sala cinema e teatro, centro per l’impiego, servizi tirocinio, incubatori di impresa, sala colloqui riservati.