Le procedure in una direttiva firmata oggi dai ministri Amato e Mastella
Foto e impronte digitali subito dopo l'arresto, prima dell'udienza di convalida
Immigrazione, nuova direttiva sulle espulsioni identificazione in carcere e rimpatri più veloci
ROMA - Identificati e espulsi senza passare dal Cpt. Il che equivale a
rendere più efficiente il sistema dei rimpatri e alleggerire il carico di lavoro dei Centri di permenenza temporanea. Questi in sintesi i contenuti della direttiva interministeriale sulle espulsioni di extracomunitari, firmata oggi dal ministro degli Interni Giuliano Amato e dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Le procedure introdotte dalla direttiva, spiega il Viminale, mirano a "rendere più efficiente il sistema delle espulsioni, che si è dimostrato, almeno a partire dal 2003, molto poco efficace proprio per la difficoltà a identificare i soggetti da allontanare". La direttiva, "in linea con le indicazioni fornite dal
rapporto De Mistura" sui Cpt, vuole evitare "le criticità emerse in questi anni" proprio nei Centri, dove i soggetti venivano destinati al momento della scarcerazione per essere identificati - con un tempo massimo di 60 giorni - dopo essere stati in carcere spesso per anni.
Con le nuove norme, l'identificazione avverrà durante la permanenza in carcere. Poi, lo straniero detenuto sarà trasferito in un penitenziario quanto più possibile vicino al luogo di partenza, per essere rimpatriato al momento della scarcerazione, che verrà comunicata con anticipo dalle autorità carcerarie alla Questura. Ogni bimestre, gli istituti carcerari dovranno comunicare l'elenco dei detenuti i cui termini di scarcerazione sono in scadenza entro il semestre successivo. E simile, tempestiva comunicazione viene fatta nel caso in cui il magistrato di sorveglianza dovesse disporre in anticipo la scarcerazione.
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L'identificazione. La procedura di indentificazione sarà avviata dalla Questura subito dopo l'emanazione del provvedimento di custodia cautelare o della definitiva sentenza di condanna. Le autorità carcerarie forniranno alla Questura tutti gli elementi utili acquisiti attraverso il contatto con il detenuto. L'amministrazione penitenziaria provvederà, inoltre, a concentrare gli stranieri della stessa nazionalità negli istituti penitenziari che si trovano nelle vicinanze delle rispettive rappresentanze diplomatiche. Un procedura, spiega il Viminale, studiata per facilitarne la collaborazione.
Il fotosegnalamento. La direttiva rende obbligatorio anche il fotosegnalamento dattiloscopico, cioè il rilevamento delle impronte delle dieci dita e la fotografia di fronte e di profilo dei cittadini extracomunitari subito dopo l'arresto. Una copia del cartellino fotodattiloscopico sarà inviata alla polizia penitenziaria del carcere di competenza, e un'altra all'Ufficio Immigrazione della Questura della Provincia ove ha sede l'istituto penitenziario.
L'espatrio. Sarà anche rafforzata e resa più celere l'acquisizione, da parte della Questura, del provvedimento di espulsione, del documento valido per l'espatrio e l'individuazione del mezzo da utilizzare per la partenza. La direttiva inciderà anche sulla fase materiale del rimpatrio. L'amministrazione penitenziaria, d'intesa con la Questura competente, conclusa la procedura di identificazione, trasferirà infatti l'extracomunitario in un istituto penitenziario quanto più possibile vicino al luogo di partenza. E, grazie al coordinamento tra orario di scarcerazione e partenza, l'espulsione potrà avvenire immediatamente.