ROMA - Se nel Centri di Permanenza Temporanea non c'è posto, il Questore può dare il foglio di via a un clandestino, che commette un reato se non si allontana entro cinque giorni dall'Italia.
Così la Cassazione, che ieri con la sentenza 33486 ha accolto un ricorso presentato dalla procura bresciana contro l'assoluzione di un cittadino straniero che non aveva obbedito al foglio di via. Il tribunale di Brescia aveva infatti dato ragione ai difensori dell'immigrato, secondo i quali una delle motivazioni riportate sull'espulsione ("impossibilità di trattenere lo straniero per indisponibilità di posti") non era adeguata.
Per la prima sezione penale della Cassazione non è così. "Il provvedimento che ha intimato al clandestino di lasciare il territorio dello Stato deve ritenersi adeguatamente motivato, facendo esso riferimento, da un lato all'esistenza di un provvedimento di espulsione del prefetto e, dall'altro, con la indicazione delle ragioni (indisponibilità di posti) che non consentivano il trattenimento dello straniero presso un Centro di permanenza temporanea" scrivono i giudici.
"Al riguardo - conclude la sentenza - è sufficiente rilevare che la motivazione contenuta nel provvedimento del questore (non è stato possibile trattenere lo straniero presso il Centro di permanenza temporanea per indisponibilità dei posti) seppure concisa, non può certo ritenersi inesistente o apparente, con conseguente carenza del vizio di violazione di legge ritenuto nel provvedimento impugnato".