Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) ha inviato delle note al sottosegretario del Ministero dell’Interno Marcella Lucidi, nonché ai prefetti di Ancona, Bari, Brindisi e Venezia, chiedendo di fermare la prassi di respingere dai porti adriatici i rifugiati iracheni, e di altre nazionalità, verso la Grecia. Da mesi il CIR ha sollecitato il Governo, in numerosi incontri e comunicazioni, a rispettare scrupolosamente le regole comunitarie che vietano il respingimento di cittadini stranieri verso un altro stato dell’Unione.
"Non è concepibile" ha detto il Presidente del CIR Savino Pezzotta "che di fronte a più di 4 milioni di sfollati e rifugiati iracheni nel Medio Oriente, e di fronte agli appelli dell’ONU e del Parlamento Europeo ad offrire agli iracheni la possibilità di presentare la richiesta d’asilo, l’Italia continui a mandare via immediatamente chi, con enormi sacrifici, arriva sulle coste dell’Adriatico".
Il fenomeno durante le ultime settimane ha assunto dimensioni allarmanti: nel solo mese di agosto vi sono stati ben 190 respingimenti dal porto di Bari, 153 dal porto di Ancona, 17 dal porto di Brindisi e 2 dal porto di Venezia, per un totale di 362 persone, di cui 200 irakeni e 30 afgani. Solo ieri si sono contati altri 17 respingimenti dal porto di Ancona, tra cui una famiglia irachena con 4 figli e cittadini somali, eritrei, albanesi e cinesi. Lo scenario è sempre lo stesso: durante i controlli nei porti vengono rintracciati i cittadini stranieri nascosti nei tir e vengono immediatamente "affidati" al comandante della stessa imbarcazione che li ha condotti in Italia dalla Grecia.
"Ci risulta che non un solo iracheno sia stato riconosciuto rifugiato in Grecia " dichiara Christopher Hein Direttore del CIR "e abbiamo l’evidenza che in Grecia le persone molto spesso vengono prima detenute e poi rinviate in Turchia da dove rischiano di essere rimandate in Iraq". Su questo tema, è necessario ricordare che il Parlamento Europeo, in una risoluzione approvata lo scorso luglio, chiedeva agli Stati di non procedere a trasferimenti o respingimenti verso quegli stati nei quali vi è certezza che le domande dei richiedenti asilo iracheni non verranno esaminate correttamente.
Nelle note al Governo il CIR ha anche lamentato che, nella maggior parte dei casi, ai propri operatori presenti nei porti adriatici sulla base di convenzioni con le Prefetture non viene data la possibilità di incontrare le persone prima del respingimento e che loro, con l’eccezione del servizio di Venezia, non possono neanche salire a bordo delle navi. Il CIR ricorda che questi servizi ai valichi di frontiera, finalizzati a fornire orientamento e prima assistenza ai cittadini stranieri intenzionati a richiedere asilo, sono stati istituiti dal Testo Unico sull’Immigrazione.
"E’ paradossale" dice Hein "che i nostri operatori vengano a conoscenza di respingimenti, anche di gruppi numerosi, di rifugiati e possibili richiedenti asilo solo successivamente attraverso agenzie stampa, quando il loro compito dovrebbero essere tutelare i diritti di queste persone come previsto dalla normativa vigente".
Alla vigilia della I Conferenza Nazionale Immigrazione, che si terrà il 21 e 22 settembre a Firenze, il CIR chiede fortemente al Governo di dare seguito alla risoluzione del Parlamento Europeo e agli appelli dell’ONU di offrire protezione ai rifugiati iracheni e di altre nazionalità in arrivo sul nostro territorio.