Ingressi più facili per i ricercatori
Per ricercatori e professori stranieri sarà più facile entrare in Italia.
La commissione Affari costituzionali della Camera ha dato parere favorevole allo schema di decreto legislativo che recepisce una direttiva europea sull'argomento. Il decreto prevede l'ingresso extra-quote di docenti e ricercatori che però, per accedere a questo privilegio, dovranno avere un titolo di studio universitario e un contratto con una facoltà o un ente di ricerca accreditato. Gli accademici potranno spostarsi in Europa e chiedere il ricongiungimento.
Per ricercatori e professori universitari stranieri sarà più facile entrare in Italia. La commissione Affari costituzionali della Camera ha dato parere favorevole allo schema di decreto legislativo in materia varato dal governo a fine luglio. Il decreto recepisce la direttiva europea 2005/71/CE che ha lo scopo di unificare la procedura per l'ingresso nei singoli Paesi di docenti e ricercatori stranieri.
Nel provvedimento si prevede di estrapolare professori, docenti e ricercatori dalle quote degli immigrati stabilite ai fini degli ingressi e si delinea una procedura un po' più semplice di quella prevista per i "migranti economici", cioè gli stranieri che arrivano in Italia alla ricerca di un lavoro.
Nel sud del mondo infatti, ha spiegato la relatrice Mercedes Frias, i fondi stanziati per la ricerca sono quasi inesistenti. Pertanto l'unica possibilità di lavorare, per gli accademici extracomunitari, è quella di venire in Europa. Ma per riuscirci devono disporre di un titolo di studio universitario e avere un contatto con una facoltà o un Istituto di ricerca con il quale stipulano una “Convenzione di accoglienza” nella quale tra l'altro dovrà essere precisato il contenuto della ricerca e il trattamento economico che percepiranno.
Quello che la commissione parlamentare chiede al governo italiano è di inserire nel decreto di recepimento della direttiva anche la possibilità di computare questi anni di lavoro, che potranno essere prorogati fino all'esaurimento del progetto di ricerca, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno lungo (già carta di soggiorno).
Durante questo periodo gli accademici stranieri potranno anche insegnare e viaggiare in Europa senza problemi. Avranno anche loro la possibilità di richiedere il ricongiungimento familiare, ma il Prc chiede che non venga inserito tra le condizioni per ottenerlo quello di reddito minimo perché i ricercatori, come ben si sa anche in Italia, non ricevono stipendi proprio altissimi.
ansa