Via libera del capo dello Stato al decreto che dà ai prefetti il potere di rimpatrio
Il leader di An: "Il governo si vergogni". Il ministro dell'Interno: "Critiche ingiustificabili"
Napolitano firma il dl sulle espulsioni ma sulla sicurezza è scontro Fini-Amato
Prodi assicura: "Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, ognuno il proprio dovere
Vigileremo affinché tragedie come quella di Roma non si ripetano più"
ROMA - La
morte di Giovanna Reggiani, la donna
aggredita da un romeno e deceduta dopo 48 ore di agonia, alimenta lo scontro fra governo e opposizione sul tema della sicurezza, esploso dopo le misure straordinarie varate dall'esecutivo mercoledì sera. La giornata registra la firma, da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del decreto sulle espulsioni e Romano Prodi lo ringrazia "perché ci è stato vicino e ci ha incoraggiato nelle nostre decisioni". E promette: "Continueremo a vigilare per fare in modo che questi atti non si ripetano". Gianfranco Fini si reca sul luogo dell'aggressione, a Roma: "Il governo si dovrebbe vergognare. Il giorno prima, Amato aveva detto che il decreto non era necessario poi, dopo la tragedia, il governo ha fatto il decreto. Meglio tardi che mai". Il ministro degli Interni replica duramente ed è scontro.
"Critiche ingiustificabili". Quelle di Fini sono "critiche ingiustificabili - replica Prodi - perché non siamo al governo da cento anni e la grande responsabilità di queste politiche è del governo precedente". Gli fa eco il ministro dell'Interno: "Sorprende e amareggia che un uomo di governo come Fini vada sul luogo del delitto a sollevare emozioni contro di me e il governo in una giornata come questa. Proprio lui che si è trovato a gestire l'ingresso della Romania nella Ue in una fase decisiva. Di tutto abbiamo bisogno - aggiunge - tranne che dividerci davanti alle tragedie. An dia il suo contributo in Parlamento per una rapida approvazione del decreto e dell'insieme di norme sulla sicurezza".
"Veltroni e governo colpevoli". La polemica tira in ballo il ruolo di Walter Veltroni nella doppia veste di sindaco di Roma e leader del più grande partito della maggioranza. Contro di lui il centrodestra, in prima fila An: "Governo e sindaco - dice Maurizio Gasparri - sono colpevoli di quanto accade a Roma e in tutta Italia".
Scontro Unione-centrodestra. "Se il leader di An vuole dare una mano - dice Massimo Donadi (Idv) - collabori all'approvazione del pacchetto sicurezza. Se cerca visibilità è meglio che taccia e rispetti il dolore del Paese". "Se c'è uno sciacallo a Roma - replica Gianni Alemanno, An - è chi per anni ha nascosto i problemi della città per esigenze di immagine e propaganda. La sinistra romana si deve vergognare". Per Silvio Berlusconi parla il portavoce Paolo Bonaiuti: "Con quale faccia tosta Prodi dà la colpa di quanto accade in Italia al governo precedente? In diciotto mesi la sinistra non ha fatto nulla per contrastare gli arrivi degli irregolari".
Linea dura del governo. Nessuna retromarcia del governo sulla linea dura adottata con la trasformazione in decreto legge del disegno di legge che facilita le
espulsioni. Prodi e l'ala riformista della coalizione, il Pd in primis, rivendicano la validità delle decisioni. "Abbiamo fatto quello che dovevamo fare - sostiene - e continueremo a vigilare. Ognuno ha fatto il proprio dovere, il governo che ha agito con tempestività e il sindaco di Roma".
Veltroni conferma linea fermezza. Conferma la linea della fermezza anche il sindaco di Roma, per il quale davanti all'immigrazione vale il doppio binario: "Bisogna accogliere chi scappa dalla morte, ma
essere duri con chi vuole provocare la morte". Linea che il ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ribadirà martedì prossimo in Romania al premier rumeno e che oggi Prodi ha illustrato al capo dello Stato rumeno, definendo la creazione di una task force congiunta tra i due Paesi.
Disagio nella sinistra radicale. Da Rifondazione prendono voce i disagi contro "la linea emergenziale" e la preoccupazione che il decisionismo di Veltroni rischi di spostare l'asse della coalizione e del rapporto con il premier. "Ho la sgradevole impressione che in questa vicenda Veltroni sia stato il presidente del Consiglio ombra", osserva il capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena. Ironico il diniano Roberto Manzione: "C'è una parte della maggioranza, quella che viene dal Nord, che si lamenta che quando simili episodi avvengono al Nord non vengono considerati... Quando si dice l'effetto Veltroni".