Francia, riesplode la banlieue
Due minorenni in motorino si scontrano con un'auto della polizia e perdono la vita. Ore di scontri a Villiers-le-Bel e in un'altra periferia. Ieri un corteo che è sfociato in nuovi incidenti di strada
Anna Maria Merlo
Parigi
Grande tensione ancora ieri sera a Villiers-le-Bel, comune di 27mila abitanti a una ventina di chilometri a nord di Parigi, dopo la morte di due ragazzini, nel pomeriggio di domenica, in seguito a uno scontro con un'auto della polizia e gli scontri violenti che ne sono seguiti per buona parte della notte. In serata gli abitanti del quartiere hanno organizzato una manifestazione silenziosa. E' stata l'occasione per un nuovo «confronto» di strada. La polizia era presente in forze: almeno 100 agenti in assetto antisommossa. Secondo le prime ricostruzioni sono stati bersaglio di petardi e bombe carta. Gli agenti hanno risposto in modo pesante: gas lacrimogeni e ordigni stordenti. Un auto e un camion per la raccolta di rifiuti sarebbero stati dati alle fiamme. «E' una Clichy bis», ha commentato il sindaco di Sarcelles, François Pupponi, riferendosi ai disordini scoppiati nel 2005 dopo la morte di due ragazzini che si credevano inseguiti dalla polizia e si erano rifugiati in una centralina elettrica rimanendo fulminati.
Anche questa volta alla base della rivolta c'è la morte di due giovani. Non si conosce ancora bene la dinamica dei fatti. Anche se un primo rapporto dell'Ispezione generale della polizia ha scagionato i poliziotti, si indaga per «omicidio involontario e non assistenza a persona in pericolo»: il test di alcolemia è risultato negativo e l'auto viaggiava «tra i 40 e i 50 km l'ora», mentre la moto andava «molto forte», dicono i primi elementi dell'inchiesta. Moshim, 15 anni, e Larani, 16 anni, avevano partecipato a una gara di motocross nel pomeriggio. Tornavano a casa sulla mini-moto, una Kawasaki verde. Erano senza casco e queste mini-moto, oggi molto diffuse tra i giovani, in teoria non avrebbero il diritto di viaggiare sulle strade. Verso le 17,15 la mini-moto si scontra con un'auto della polizia. L'urto è frontale, la moto viene trascinata per alcune decine di metri, come mostrano i segni lasciati sull'asfalto. Due ragazze che hanno assistito ai fatti pare abbiano confermato che l'auto della polizia non stava inseguendo i giovani, ma la mini-moto andava in senso vietato. I soccorsi sono arrivati dieci minuti dopo, ma non c'è stato più nulla da fare per i due ragazzini. Alcuni testimoni rimproverano ai poliziotti coinvolti nell'incidente di non aver portato soccorso immediatamente ai due giovani. E' questo uno dei punti-chiave dell'inchiesta in corso. «Una seconda équipe di poliziotti è venuta a recuperare i loro colleghi - racconta un testimone - ma hanno lasciato i due ragazzini, senza fare nulla».
Non è ancora chiaro dove stesse andando l'auto della polizia, che non aveva la sirena, qualcuno dice che era stata chiamata per un intervento in zona. C'è molta gente sulla rue Louise-Michel, dove è avvenuto l'incidente. Immediatamente si forma un assembramento di persone, con molti giovani. Un commissario, venuto a constatare i fatti da Sarcelles, è violentemente colpito: sarà ricoverato in ospedale con tre costole rotte e il naso fratturato. Dagli insulti tra giovani e poliziotti (in tutte e due le direzioni), si passa alla violenza fisica. Saranno sei ore di scontri, a Villiers-le-Bel ma anche in alcuni comuni vicini. Il bilancio è pesante: un pompiere e 25 poliziotti feriti, di cui uno gravemente, 28 auto bruciate, 4 condomini presi d'assalto, negozi incendiati, il commissariato di Villiers-le-Bel distrutto, la stazione Rer sfasciata. Un gruppo è riuscito a entrare nei locali della polizia ad Arnouville-lès-Gonesse, saccheggiandola. Ad Arnouville sono state rotte le vetrine di una ventina di negozi sulla via principale. Gli scontri sono continuati fin dopo l'una del mattino. La polizia ha fatto ricorso a lacrimogeni e alle flash-ball. I giovani erano armati di barre di ferro e assi di legno, ma anche di molotov e, secondo un poliziotto, «c'era anche un fucile a pompa».
Adesso c'è chi teme il contagio nelle altre banlieues. Dopo le rivolte del 2005, la situazione non è cambiata anche se erano state fatte promesse. A breve la sottosegretaria Fadela Amara, ex presidente dell'associazione Ni putes ni soumises, nata in banlieue, deve presentare un rapporto al governo per intervenire nelle periferie degradate.