Campania, vita di strada dei minori senza famiglia
Sono circa 500 tra Napoli e Caserta, hanno tra 12 e 17 anni e provengono in maggioranza dal Marocco. Sono i minori stranieri non accompagnati in Campania: il loro profilo è stato realizzato dalla cooperativa sociale Dedalus. Per arrivare in Italia il viaggio costa tra 5000 e 7000 euro, nelle città campane vivono vendendo fazzoletti o lavando i vetri ai semaforidi Gabriela Pentelescu
NAPOLI - La comunità dei minori soli del Marocco
è in valori assoluti la più numerosa nella regione Campania. Sono
ragazzi dai 12 ai 17 anni, con alle spalle famiglie numerose nelle
quali già qualcuno ha sperimentato l'esperienza migratoria all'estero.
Dal profilo realizzato a Napoli dalla cooperativa sociale Dedalus
risulta che ciò che caratterizza i minori stranieri non accompagnati è
il fatto di essere entrati irregolarmente in Italia, con un progetto
migratorio molto simile a quello degli adulti, per contribuire al
mantenimento della famiglia rimasta nel paese di origine e nella
speranza di migliorare la propria vita.
Nella provincia di
Napoli sono presenti all'incirca 200 minori non accompagnati
provenienti dal Marocco che ritengono la città e i comuni limitrofi
mete particolarmente attrattive, ma, contestualmente, una tappa
intermedia in attesa del trasferimento al Nord, relegando la Campania
nella cosiddetta “area di transito” proprio per la transitorietà della
permanenza e per la scarsa offerta di servizi e prestazioni di welfare.
I minori di nazionalità marocchina provengono prevalentemente dalla
zona di Khouribga e Beni Mellal, aree di tradizione agricola, divenuta
poi sede dell'industria di estrazione di fosfati ed entrata in crisi
negli anni 90: un evento che ha inciso sulla decisione di partire di
molti giovani.
Spesso il progetto migratorio si forma già
dall'infanzia, diventando un'ossessione in età adolescenziale. Tutti
vogliono imitare gli emigrati che tornano ogni anno al paese dotati di
beni di consumo, ed in particolare di belle automobili. Tutti sono
sicuri che la loro sorte sarà migliore in Europa. Tuttavia le modalità
d'arrivo in Italia sono diverse: mentre per i maggiorenni il passaggio
delle frontiere è difficile e molto spesso pericoloso, per i più
giovani, a volte, è molto più facile eludere i controlli. Infatti si
entra in contatto con un padre di famiglia con figli minorenni
regolarmente soggiornanti sul territorio Schengen. L'uomo accompagna il
candidato all'emigrazione prestandogli l'identità del proprio figlio
fino a destinazione. Tutto ciò avviene in cambio di denaro. Le somme
pagate contro tale servizio vanno dai 5.000 ai 7.000 euro. Spesso
dipende dal rapporto che si ha con il “passeur”, o ancora dai mezzi di
trasporto utilizzati. Il mezzo più frequente rimane la macchina che
permette un passaggio delle frontiere meno controllato. Si riesce a
passare inosservati in mezzo alla fila di passeggeri che attraversa lo
stretto di Gibilterra. Alcuni tuttavia passano le frontiere in aereo,
spesso per Parigi, per poi proseguire col treno fino a destinazione.
A
Napoli, l'attività principale svolta dai minori marocchini non
accompagnati è il lavaggio dei vetri e la vendita di fazzoletti. Il
lavoro ai semafori è facilitato dalla loro giovane età, e una volta
diventati adulti, non potendo più catturare la benevolenza degli
automobilisti, possono, avendo messo da parte un po' di soldi,
acquistare la merce con dei carrozzini per poi fornirsi in un secondo
momento dai grossisti situati a piazza Garibaldi. Si tratta di minori
presenti senza i genitori, oppure di minori che hanno solo uno dei due
genitori, solitamente il padre, o di ragazzi oramai maggiorenni ma che
hanno sperimentato l'emigrazione da soli prima dei 18 anni. Nella
maggioranza dei casi hanno un adulto di riferimento (un parente più o
meno stretto) che può aver rappresentato un anello fondamentale della
propria catena migratoria.
Ciò non significa che l'adulto sia
un punto di riferimento per l'educazione del ragazzo, piuttosto egli
rappresenta un sostegno in caso di necessità, un canale di
comunicazione iniziale con il territorio, un legame costante con il
proprio paese. Inoltre questa figura può talvolta avviare il ragazzo al
lavoro, istruendolo su cosa fare. Solitamente viene accompagnato ad un
semaforo dove c'è già uno o più conoscenti. I più giovani non lavorano
mai senza la presenza di almeno un maggiorenne che gli garantisca un
minimo di sicurezza. Il guadagno medio per una giornata di 12/13 ore al
semaforo si aggira in media intorno ai 25/30 euro. Il senso di
responsabilità nei confronti della famiglia è tale da farli sentire in
debito nei confronti dei propri genitori e sperano di non deluderli.
Infatti la prima cosa che si pensa di fare è di restituire i soldi che
sono serviti ad arrivare in Italia, per poi iniziare a partecipare
costantemente al mantenimento di coloro che sono rimasti al paese.
La
maggior parte di questi minori, pur lavorando in città come lavavetri,
vive tra le province di Napoli, Caserta e Salerno, dove la comunità
marocchina è radicata da tempo, gli affitti sono più accessibili e le
case più spaziose. Ciò permette di condividere in più persone la stessa
casa riducendo, così, le spese. “Manca, in un contesto del genere, una
figura femminile, e di questo i ragazzi risentono sia nell'aspetto
esteriore che nell'igiene - spiega Elena de Filippo, presidente della
Dedalus - . Tuttavia i ragazzi agganciati dai servizi hanno dimostrato
una maggior cura di sé, un più forte amor proprio che fa loro ritrovare
il bisogno di vivere come adolescenti, anche nello stile dei consumi
che adottano durante la loro permanenza in Italia. Questo fattore è
indicativo di quanto i ragazzi rispondano positivamente ai servizi che
la cooperativa rivolge loro”.
Ai minori migranti si rivolge
anche il complesso progetto “Piccoli viaggiatori”, che ha l'obiettivo
dichiarato di fornire agli operatori del settore pubblico e del privato
sociale che operano con i minori stranieri un'adeguata conoscenza della
situazione, nel tentativo anche di creare e rafforzare reti sociali in
grado di supportare percorsi di accoglienza nei diversi servizi del
territorio. Il progetto prevede anche una serie di giornate di studio.
La prossima, che avrà come tema “I minori migranti, la scuola, la
salute”, è programmata per il 14 dicembre, alle ore 10, al Castel
Nuovo, piazza Municipio 1. Saranno affrontati, con diversi approcci di
studio, i temi riguardanti alla salute e al sistema scolastico italiano
e la sua permeabilità ai minori migranti.
I dati sui minori in Campania
Secondo
le stime della cooperativa Dedalus, i minori stranieri non accompagnati
nella provincia di Napoli sono tra 168 e 200, tra 258 e 350 in
provincia di Caserta. In maggioranza (142) provengono dai Paesi dal
Maghreb (130 dal Marocco), seguono Europa dell'Est (81, da Albania,
Ucraina e Romania), Africa sub-sahariana e Asia.