Napolitano: "Iniziativa di evidente significato". Il ministro della Salute: "Un pezzo di Servizio sanitario nazionale che va incontro ai più emarginati". Il ministro Ferrero: "Un segno dell’impegno dell’Italia nelle politiche di integrazione vera". L’Inpm si occuperà anche di ricerca e formazione professionale. Oltre a Roma, atre due sedi sono previste in Puglia e in Sicilia
Nasce oggi, presso il San Gallicano di Roma, il primo Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inpm).
"Un’iniziativa dall’evidente significato e valore" che arrichisce "la nostra politica nazionale e internazionale di uno strumento importante", ha sottlineato alla cerimonia d’inaugurazione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Integrare gli immigrati nella nostra società e lottare contro la povertà, in Italia e nel mondo", ha evidenziato il capo dello Stato, devono essere le indicazioni da seguire per una politica per l’immigrazione.
"Un pezzo di Servizio sanitario nazionale che va incontro a chi non ce la fa e che attiva politiche specifiche nei confronti di chi è più emarginato" è stato il commento del ministro della Salute Livia Turco. Un progetto, ha precisato, che "riguarderà tutta l’Italia, anche se parte dal San Gallicano" e che avrà altre due sedi "strategiche" in Puglia e Sicilia, "perché sono le zone dove si registra il maggiore afflusso di immigrati".
"L’Inpm - ha sottolineato il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero - ha un grande valore simbolico perché segnala l’impegno dell’Italia nelle politiche di integrazione vera, in cui il tema della salute rientra a pieno titolo e riguarda tutti. Ma - aggiunge - ha anche un valore pratico, perché le politiche di integrazione non sono solo chiacchiere, ma devono concretizzarsi nel rendere tutti coloro che si trovano in Italia cittadini".
L’Inpm, frutto dell’intesa (datata 7 settembre 2006) tra il ministero della Salute e le Regioni Puglia, Lazio e Sicilia, si occuperà di assistere la popolazione immigrata e quella in difficoltà economiche. Ma non solo. L’Istituto infatti svolgerà, d’intesa con la programmazione nazionale e regionale, attività di ricerca per la promozione della salute, elaborerà e attuerà programmi di formazione professionale e di educazione e comunicazione sanitaria, e ancora, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della Sanità, sosterrà la ricerca e il trattamento delle malattie della povertà nei Paesi in via di sviluppo.
E se nel Lazio ci sarà la sede centrale del network, in Sicilia e Puglia verranno attivate strutture sanitarie poli-specialistiche, con staff multidisciplinari di mediatori linguistico-culturali formati ad hoc per l’accoglienza e la facilitazione dell’accesso ai servizi dei sistemi sanitari regionali. Il centro Inmp siciliano sarà attivato presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio di Agrigento e un progetto pilota verrà realizzato nel Poliambulatorio di Lampedusa.