ROMA - Aumenta il numero delle famiglie di immigrati in Italia. Secondo gli ultimi dati disponibili, il loro numero è quasi triplicato in dieci anni: dai 235.118 nuclei in cui viveva almeno uno straniero del 1991 ai 672.506 del 2001. Lo sottolinea la Caritas italiana che, elaborando dati di varie fonti, ha descritto la famiglia degli immigrati nel nostro paese. I valori più alti sul totale delle famiglie in cui vive almeno un immigrato, oltre 4%, si hanno in Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria e Marche; i valori più bassi, sotto il 2%, nel Mezzogiorno. Le coppie con entrambi i partner provenienti dallo stesso paese, ammontano a 190 mila; in cima alla classifica si colloca l'Albania, seguono il Marocco e la Romania.
In Italia cresce anche il numero dei matrimoni misti che rappresentano ormai il 12,5% di tutte le celebrazioni nel 2005 (oltre 200 mila) contro il 3,2% nel 1992. Gli uomini italiani preferiscono sposare filippine e romene; le donne italiane invece senegalesi e tunisini. Caratteristica delle coppie miste è, spesso, la rilevante differenza d’età. In almeno metà dei casi di sposo italiano e sposa straniera, quest'ultima ha almeno dieci anni di meno. Spesso poi gli stranieri che sposano gli italiani, sia uomini sia donne, sono anche più istruiti.
CRESCE LA PRESENZA DELLE DONNE
Sono il 49,9% degli stranieri (2006) contro il 42% di 15 anni prima. La maggior parte vive al Sud (in Campania il 61,7% e in Calabria il 56,8%); più bassa la presenza nel Nord, 48,4%. L'Ucraina è il paese di maggiore provenienza, 83,6%. Ampia la presenza di donne filippine (62,1%), capoverdiane (76,9%), etiopi (64,5%). Fra le immigrate è più alto, rispetto alle italiane, il tasso di occupazione, 58,4% contro il 51%.
IN ITALIA PER MOTIVI FAMILIARI
La presenza nel nostro paese di stranieri è dovuta per il 35,6% da motivazioni familiari. Al 56,5% si collocano i motivi per lavoro. Oltre un terzo dei presenti per motivi familiari vive al nord. Le regioni più interessate sono le Marche e il Trentino Alto Adige (41%) mentre quelle meno coinvolte la Calabria (24,9%) e la Campania (25,5%).
PIU' MINORI STRANIERI CHE ITALIANI
Sono il 22,6% degli stranieri residenti registrati alle anagrafi, circa 6 punti percentuali in più rispetto al dato dei soli italiani. Il 44,9% ha meno di 6 anni mentre tra gli italiani tale percentuale è quasi dimezzata. I nati da entrambi i genitori stranieri (56.765 nel 2006) assicurano alti livelli di natalità (intorno al 21 per mille) e sono un rimedio contro l'invecchiamento di questa popolazione. Inoltre, esercitano un "effetto rilevante e crescente" anche sulla natalità del paese; infatti, i nuovi nati da stranieri costituiscono ormai circa il 10% del totale delle nuove nascite, valore che arriva al 17% in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna mentre scende all'1-2% in quasi tutte le regioni del Sud.
(ANSA)