BRUXELLES - La Corte europea del Lussemburgo ha detto no al ricorso del Parlamento europeo contro una direttiva europea, adottata nel 2003, che consente deroghe per porre condizioni all'immigrazione di un ragazzo di più di 12 anni, nell'ambito del ricongiungimento familiare.
Il diritto al rispetto della vita familiare e la carta dei diritti fondamentali dell'Ue, secondo i giudici europei, "non creano il diritto soggettivo per i membri di una famiglia di essere ammessi nel territorio di uno Stato". Tuttavia, osserva la Corte, gli Stati membri sono tenuti nelle loro valutazioni a tenere in considerazione gli interessi superiori del minore.
Ma per i giudici europei, la scelta dell'età di 12 anni "non viola il principio di non discriminazione in merito all'età, trattandosi di uno stadio della vita in cui il ragazzo ha già vissuto per un periodo relativamente lungo in un paese terzo senza i membri della sua famiglia e un'integrazione in un altro ambiente è suscettibile di provocare delle difficoltà".
La Corte sottolinea inoltre che gli Stati membri possono riservare l'applicazione del ricongiungimento familiare a domande presentate prima che il figlio abbia compiuto i 15 anni di età senza che questo violi il diritto al rispetto della vita familiare e possono anche attendere due o tre anni a dare l'autorizzazione se questo permette di assicurare che il ricongiungimento familiare avviene in condizioni adeguate.