ROMA – Il pacchetto sulla sicurezza è quasi pronto. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Roberto Maroni: fra mercoledì e giovedì il governo avrà messo a punto i nuovi provvedimenti che saranno portatati al Consiglio dei ministri nei primi giorni della prossima settimana. In queste ore, con i ministri competenti, Esteri, Giustizia, Difesa e Politiche comunitarie, ha spiegato Maroni, si stanno mettendo a punto tutti gli aspetti giuridici.
Nel provvedimento è prevista una stretta contro la criminalità, in particolare contro gli immigrati irregolari. Diverse le misure che saranno inserite nel “pacchetto”: nuovo reato di immigrazione clandestina; rafforzamento dei pattugliamenti marittimi anche oltre le acque territoriali, per contrastare gli sbarchi (già oggi due navi della Marina svolgono questo compito in acque internazionali); permanenza nei Cpt fino a 18 mesi; smantellamento definitivo dei campi rom abusivi; inasprimento sulle richieste di asilo e sui ricongiungimenti familiari; permessi di soggiorno solo a chi garantisce un reddito.
L'immigrazione clandestina diventa quindi reato, punibile con il carcere da sei mesi a quattro anni: chi entra in Italia irregolarmente e viene preso, sarà condannato ed espulso: se torna in Italia rischia il carcere. Saranno quindi anche trasformati i Cpt in centri di detenzione temporanea, per evitare di far scoppiare le carceri. Gli stranieri arrivati senza permesso dovrebbero essere rinchiusi nelle strutture finora utilizzate per la prima accoglienza, in attesa del processo che dovrà essere celebrato con rito direttissimo. Ora gli uffici tecnici del Viminale, della Giustizia, della Farnesina e della Difesa sono al lavoro per mettere a punto la norma ed evitare possibili contestazioni in sede europea. L'Ue ha infatti fissato regole rigide per la gestione dei Cpt e dunque è necessario rispettare le direttive.
Sulla possibile stretta sulle richieste d’asilo ci sono state le prime polemiche: “E’ importante che ci siano garanzie per i richiedenti asilo e questo è un dovere che l'Italia ha”, ha detto Laura Boldrini, portavoce in Italia dell'Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati). Secondo Boldrini, è importante fare una distinzione tra centri di accoglienza per immigrati irregolari e centri per i richiedenti asilo, che sono centri aperti. Chiuderli questi centri significa tornare indietro e abbassare gli standard europei”. Preoccupazioni al momento fugate da Maroni, che ha spiegato di non aver mai “considerato restrizioni al diritto di asilo”.