Nell'ultimo decreto flussi 720 mila domande datoriali
per 170 mila posti. L'allarme delle comunità straniere
E per i 500 mila che hanno un lavoro ora l'unica strada è restare in nero
Il sindacato cinese: così lo Stato rinuncia anche a tasse e contributi
di VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Per l'esercito degli invisibili è uno schiaffo doloroso: nessuna sanatoria in arrivo e decreti flussi col contagocce. Il
messaggio che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, manda al popolo degli irregolari allarma le comunità immigrate: "Mezzo milione di lavoratori rimarranno in nero, senza diritti e senza protezione". Non solo. "Di fatto, centinaia di migliaia di famiglie italiane resteranno in una situazione di illegalità".
L'ultima sanatoria in Italia risale al 2002 e ha portato alla regolarizzazione di 700mila immigrati irregolari. Poi più nulla. Così ai lavoratori clandestini non è rimasto che partecipare ogni anno alla "lotteria delle quote". Col decreto flussi, l'Italia fissa annualmente il tetto massimo (appunto le "quote") di cittadini extracomunitari, che possono entrare nel Paese per motivi di lavoro. Questo solo sulla carta. In verità, il decreto è l'unica chance per mettere in regola chi già si trova in Italia: si fa domanda, si spera di rientrare nelle quote, si esce dal Paese e si ritorna da regolari.
Nel 2007 su 170mila posti a disposizione, le domande sono state oltre 720mila: una buona (seppure approssimativa) fotografia dell'esercito dei clandestini che lavorano in Italia. Secondo la fondazione Ismu, infatti, gli immigrati irregolari con un lavoro sarebbero 650mila.
Secondo molti esperti, tra i quali Fulvio Vassallo Paleologo dell'università di Palermo, i clandestini sarebbero però ben di più: poco meno di un milione. Chi sono? In base ai dati dell'ultimo decreto flussi, in maggioranza sono colf e badanti (60%). Per lo più marocchini (120mila al 7 febbraio 2008), cinesi (72mila), bengalesi (70mila), indiani (50mila) e ucraini (44mila). Dove vivono? Soprattutto in provincia di Milano (76mila) e di Roma (45mila).
Ora, però, oltre mezzo milione di immigrati rischiano di restare nella clandestinità. Solo 170mila infatti riusciranno a "vincere" uno dei posti del decreto flussi 2007. Il ministro Maroni ieri ha escluso ogni possibile sanatoria. Bisognerà dunque aspettare il nuovo decreto 2008. "Ma molti ne resteranno ancora una volta fuori - avverte Wu Zhiqiang del Sindacato cinese nazionale - senza documenti e senza tutela. Lo Stato - prosegue Zhiqiang - in questo modo rinuncia anche a una serie di benefici, conseguenti alla regolarizzazione, come il versamento di tasse e contributi. Non solo. Senza legalità, gli immigrati restano vittime dei loro tanti sfruttatori".
"La regolarità porta contanti nelle casse dello Stato - sostiene Valdimir Kosturi, presidente dell'associazione albanese "Illiria" - però a qualcuno non conviene: finché gli immigrati restano clandestini, lavorano in nero, costano di meno e non reclamano diritti. E' insomma una forma di concorrenza sleale ai lavoratori italiani, che fa comodo a molti".