ROMA - Ora c'è paura nel quartiere Pigneto a Roma dopo il raid razzista compiuto ieri contro alcuni negozianti extracomunitari da un un gruppo di facinorosi con i volti coperti. Il quartiere romano si è svegliato tra vetri rotti e un'atmosfera pesante: indignazione per quanto successo e paura che si possa ripetere.
Domani corteo al Pigneto. Kabir, uno degli aggrediti, chiede aiuto al governo perchè "adesso abbiamo paura". E oggi nel quartiere è andato il sindaco Gianni Alemanno che, dopo aver portato solidarietà agli immigrati: "Il Comune pagherà i danni". Domani pomeriggio al Pigneto si svolgerà un corteo di "condanna dell'atto squadrista". Lo ha deciso un'assemblea spontanea alla quale hanno partecipato abitanti, centri sociali e comunità di immigrati.
La Polizia: "Non esiste la matrice politica". Gli investigatori della polizia anche oggi sono tornati nel quartiere e lo faranno anche nei prossimi giorni per ascoltare abitanti, testimoni e le vittime dell'assalto. Un raid nato per vendicare uno scippo di cui era rimasto vittima un italiano e di cui, secondo il commando, era responsabile un immigrato. L'assalto, secondo la questura, "non ha un connotato politico con una matrice, ma è piuttosto un gesto sintomo di una forte intolleranza e insofferenza".
Uno scippo dietro l'incursione. Nel negozio di alimentari di Via Macerata è entrato un italiano di circa 50 anni in compagnia di due giovani. C'erano altri due clienti: un italiano e un immigrato. Il 50enne si sarebbe rivolto a quest'ultimo in modo brusco, chiamandolo Mustafà, insultandolo e chiedendogli la restituzione di 'soldi e documenti'. "I documenti te li ho messi nella buca delle lettere", avrebbe detto Mustafà, spiegando di non sapere niente del denaro, ma il 50enne gli avrebbe dato 'appuntamento' per le 17: "O mi riporti tutto o spacchiamo ogni cosa". Alle 17, puntuale, l'uomo è tornato nel negozio. Nuovo diverbio e poi il raid a colpi di bastoni, proseguito per una decina di minuti. Il tutto sempre alla "ricerca di Mustafà". All'arrivo delle volanti del gruppo non c'era più traccia.