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Dopo la bocciatura del referendum irlandese del 13 giugno, la sorte del Trattato di Lisbona appare oggi legata alle future iniziative del Consiglio europeo per superare l’impasse riguardo alla sua entrata in vigore, ad avvenuta ratifica da parte dei 4/5 degli Stati membri. L’iniziativa del Convegno, in questa fase di incertezza sulle sue sorti, vuole offrire l’occasione per una pacata riflessione sui vantaggi e sui limiti del Trattato di Lisbona per il funzionamento delle istituzioni e per la vita dei cittadini europei, prendendo in esame le innovazioni istituzionali da esso introdotte: dall’estensione delle competenze del Parlamento europeo, al valore giuridico vincolante riconosciuto alla Carta dei diritti fondamentali, dal superamento dei tre pilastri alla personalità giuridica dell’Unione, dalla Presidenza lunga allo snellimento della Commissione e all’elezione parlamentare del suo Presidente, dalla precisazione del riparto di competenze all’ampliamento dell’intervento dell’Unione a nuovi settori nevralgici. Alla ricostruzione della complessità del nuovo assetto istituzionale tracciato a Lisbona e degli scenari aperti dall’adozione del Trattato (o dalla sua mancata adozione) portano il loro contributo insigni giuristi, esperti e, talora, a vario titolo, protagonisti della concreta edificazione del processo di integrazione europea. Nelle tre sessioni dedicate a Istituzioni, Diritti e Politiche, il Convegno vuole offrire una panoramica ampia e articolata dei temi e problemi che attraversano l’attuale fase costituente europea, nell’intento di rendere in tal modo omaggio al sessantennale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.