La stima nel rapporto stilato con Migrantes al di sopra della media Ue e dei dati Istat
Comunità romena la più numerosa, aumentano i minori e gli studenti
Caritas, dossier immigrazione in Italia quasi 4 milioni i regolari
Sono il 6,7% della popolazione; 1,5 milioni di lavoratori, 800mila iscritti al sindacato
In 500mila lavorano in nero. Molti sono imprenditori. Contribuiscono al Pil per il 9%
ROMA - Sono quasi quattro milioni gli immigrati regolari in Italia, con una incidenza del 6,7% sul totale della popolazione, leggermente al di sopra della media Ue. E' la stima fatta dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Migrantes nel dossier annuale presentato oggi a Roma. I cittadini stranieri oscillano fra i 3.800.000 e i 4 milioni, precisa il dossier, sottolineando che il dato non è in contrasto con le cifre
diffuse dall'Istat alcune settimane fa (quasi 3 milioni e mezzo di presenze) in quanto si tiene conto anche delle presenze regolari che, a causa delle procedure molto lunghe, ancora non sono registrate in anagrafe.
Nell'ultimo anno la popolazione straniera è aumentata di circa mezzo milione e la comunità straniera più grande, raddoppiata negli ultimi due anni, è quella romena con un milione di presenze stimate. Il 62,5% degli immigrati si trova al nord (oltre 2 milioni), il 25% al centro (poco meno di un milione) e circa il 10% nel mezzogiorno (quasi mezzo milione).
Gli immigrati nel territorio. La stima sulla presenza degli immigrati regolari in Italia varia quindi dai 3,5 milioni di residenti accertati dall'Istat e i 4 milioni ipotizzati dal dossier, ma per entrambi la popolazione immigrata è aumentata di diverse centinaia di migliaia di unità. Secondo il rapporto Caritas/Migrantes in Italia risultano presenti 3.987.000 persone regolarmente registrate. Gli immigrati sono uno ogni 15 residenti in Italia e uno ogni 15 studenti a scuola, ma quasi uno ogni 10 lavoratori occupati; inoltre, in un decimo dei matrimoni celebrati in Italia è coinvolto un partner straniero, così come un decimo delle nuove nascite va attribuito a entrambi i genitori stranieri.
Comunità romena la più numerosa. La comunità romena, raddoppiata nel giro di soli due anni, conta 625 mila residenti e, secondo le stime del dossier quasi un milione di presenze regolari. Al secondo posto gli albanesi con 402 mila presenze e subito dopo i marocchini a quota 366 mila. Mentre intorno alle 150 mila unità si collocano le collettività cinese e ucraina.
In termini percentuali gli europei rappresentano il 52% del totale degli stranieri residenti in Italia, gli africani il 23,2%, gli asiatici il 16,1% e gli americani l'8,6%. Secondo le stime del dossier la regione con il maggior numero di stranieri regolari è la Lombardia (953.600 presenze pari al 23.9% del totale), seguita dal Lazio (480.700 pari al 12,1% del totale) e dal Veneto (473.800 pari all'11,9% del totale).
Popolazione minorile in aumento. Nel 2007 sono nati 64.000 bambini da entrambi i genitori stranieri e, se si tiene anche conto dei minori che vengono per ricongiungimento, emerge che la popolazione minorile aumenta in Italia al ritmo di 100.000 unità l'anno; i minori stranieri residenti sono 767.060, dei quali ben 457.345 di seconda generazione, ovvero nati in Italia e gli studenti figli di immigrati aumentano al ritmo di 70.000 unità l'anno sfiorando le 600.000 nell'anno scolastico 2007-2008 (574.133). Sono poco meno di 100 mila gli studenti romeni (92.734), albanesi (85.195) e marocchini (76.217), quasi 30.000 i cinesi, 20.000 gli ecuadoriani, 15.000 i tunisini, i serbi e i montenegrini.
Il lavoro e il sindacato. In Italia lavorano circa un milione e mezzo di immigrati, che rappresentano il 10% degli occupati in diversi comparti soprattutto al nord. A Brescia un lavoratore su cinque è nato all'estero. A Mantova, Lodi e Bergamo uno su sei. A Milano, uno su sette. In tutta la Lombardia quasi la metà dei nuovi assunti (45,6%) è nata all'estero. Un segnale della trasformazione radicale del mondo del lavoro riguarda le iscrizioni al sindacato: i tesserati immigrati hanno ampiamente superato la cifra di 800 mila lavoratori. Mentre la percentuale di iscritti al sindacato sul totale dei lavoratori è del 5%, la percentuale sul totale degli iscritti tra i lavoratori attivi raggiunge ormai il 12%.
Almeno 500mila lavorano in nero. Il dossier stima che almeno mezzo milione di stranieri sono già insediati e inseriti nel mercato del lavoro nero, seppure sprovvisti di permesso di soggiorno. Il lavoro nero fra gli immigrati, osserva il rapporto, "è enormemente diffuso non solo presso le famiglie ma anche nelle aziende con un'ampiezza sconosciuta negli altri paesi industrializzati. In tre anni (2005-2007) è stato presentato circa un milione e mezzo di domande di assunzione di lavoratori stranieri con un'incidenza rispetto alla popolazione straniera già residente che va dal 10% al 25% nel 2007 (ma addirittura del 33% rispetto ai lavoratori stranieri già occupati).
Imprenditori. L'85% delle aziende con titolari immigrati è stato costituito dal 2000 in poi. La collettività straniera che vanta tra le sue fila il maggior numero di imprenditori è quella marocchina, con 20 mila figure di questo tipo. Subito dopo arriva quella romena, tuttora in forte crescita, seguita dalla comunità cinese. Anche gli imprenditori albanesi non sono pochi con le loro 17 mila presenze. Il grosso dell'iniziativa degli immigrati che decidono di mettersi in proprio si concentra tra l'edilizia e il commercio: per entrambi i settori risultano quattro imprese su dieci.
Ricchezza prodotta e spesa sociale. Secondo una stima di Unioncamere, gli immigrati concorrono per il 9% alla creazione del Pil, tre punti in più rispetto all'incidenza sulla popolazione. Gli immigrati hanno un costo in termini di servizi e assistenza: i Comuni italiani spendono specificamente per gli immigrati il 2,4% della loro spesa sociale (nel 2005, ultimo dato disponibile, 137 milioni di euro). Tenendo conto che gli immigrati sono fruitori anche di servizi a carattere generale, si può stimare che attualmente per loro si possa arrivare a una spesa sociale di un miliardo di euro, ampiamente coperti dai 3,7 miliardi di euro che, secondo una stima del dossier, assicurano come gettito fiscale.
Raddoppiate le cittadinanze in tre anni. In tre anni, sono raddoppiati i casi di cittadinanza di stranieri: nel 2007 ad acquisire la cittadinanza italiana sono stati 38.466 stranieri. Il dato italiano è comunque uno fra i più bassi nell'Ue dove sono 700 mila i casi di cittadinanza registrati in Europa, quasi 2 mila al giorno.
La criminalità. L'analisi congiunta delle statistiche giudiziarie e penitenziarie relative agli anni Duemila porta a queste conclusioni: gli immigrati regolari hanno all'incirca lo stesso tasso di devianza degli italiani. Gli addebiti giudiziari sono più ricorrenti per gli immigrati irregolari. La maggiore preoccupazione va riferita alle "mele marce" delle diverse collettività immigrate e alla criminalità straniera organizzata, che sta prendendo piede anche in collaborazione con le organizzazioni malavitose locali.
Il dossier Caritas/Migrantes. E' diventato negli anni un punto di riferimento obbligato per tutti coloro che si occupano della tematica. Per certi versi è ormai una fonte prioritaria, anche se nel passato sono state sollevate polemiche a proposito delle cifre. Nel dossier di quest'anno la questione viene affrontata direttamente, spiegando anche i criteri adottati e contribuendo quindi a svelare il mistero delle cifre dissonanti rispetto a quelle ufficiali dell'Istat e del ministero dell'Interno.