Arrivano ulteriori conferme dal Ministero dell’Interno per quanto riguarda il decreto flussi 2008, di prossima emanazione.
Quote riservate per i paesi che hanno stretto accordi di cooperazione con l’Italia, meccanismo che per la verità si è rivelato controproducente proprio per gli stessi cittadini provenienti a questi paesei (il privilegio si è trasformato in un limite visto che si tratta dei paesi di maggior provenienza dei movimenti migratori), come pure viene confermata, come lo scorso anno, una priorità stabilita per i lavoratori domestici (con attenzione per quelli destinati all’assistenza di persone non auto-sufficienti). Per questo settore sembra che il numero di ingressi potrebbe essere ancora maggiore rispetto all’anno 2007 (65.000 lo scorso anno, 100.000 circa per quest’anno).
Ulteriore conferma, non di poco conto, è quella relativa all’introduzione di un limite, apparentemente illegittimo, posto in essere per le assunzioni da parte di datori lavoro stranieri.
Gli stessi dovranno essere in possesso del Permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) e confermare questo requisito attraverso il sistema informatico.
In questo modo si dice, si tenta di mettere un ostacolo ad ingressi mascherati con motivi di lavoro. Cosa abbastanza surreale sapendo che i datori di lavoro stranieri dovranno in ogni caso dimostrare requisiti idonei all’assunzione e che per le procedure di ricongiunzione familiare (nel caso si tratti di coniugi, figli, o genitori) seppur con limiti inaspriti dalle recenti norme entrate in vigore il 5 novembre, non c’è limite di quota e le domande possono essere presentate in qualsiasi momento.
Se vi fossero cittadini stranieri interessati a far arrivare in Italia amici, fratelli, sorelle o cugini, per assumerli e retribuirli, perchè mai limitare loro questa possibilità?
In ogni caso (per questo si sono avviate indagini che hanno anche portato all’arresto di 14 persone solamente a Torino), il fenomeno che riguarda invece le assunzioni di comodo, inoltrate dietro il pagamento di somme di denaro, riguarda anche e forse nella maggioranza dei casi, cittadini italiani.
Altro discorso invece è quello realtivo alle previsioni per gli ingressi dei prossimi anni. Da un lato la Lega Nord ha proposto, con un emendamento al Ddl 733 che verrà discusso a dicembre in Senato, lo Stop al decreto flussi per i prossimi due anni, posizione sposata anche dalla CGIL di Treviso, attenta in questo caso a difendere gli interessi corporativi dei suoi iscritti, dall’altro gli industriali veneti, ma anche altre associazioni di imprenditori, hanno posto il problema invece della diversificazione per settori (le concerie del vicentino, dove la maggior parte dei lavoratori sono migranti, chiedono ulteriore manodopera dall’estero nonostante la crisi).
In questo scenario di enormi contraddizioni tutti sembrano dimenticare il fatto che la gran parte delle domande riguardano persone già qui, impiegate irregolarmente, cosa ampiamente dimostrata con le code agli uffici degli scorsi anni, quando l’inoltro delle domande veniva effettuato direttamente attraverso gli sportelli di Poste Italiane.
Così il Ministro Sacconi si è preoccupato di precisare che la normativa presente, a prescindere dall’approvazione della moratoria sugli ingressi proposta dalla Lega Nord, permette di stabilire il numero di ingressi, che può essere anche pari a zero. I inoltre, anche in previsione di una riformulazione della normativa, per i prossimi anni, la ripartizione delle quote potrebbe essere ancora più particolareggiata per i diversi settori del mercato del lavoro. Si parla di infermieri, di lavoratori altamente specializzati e di lavoratori stagionali del turismo e dell’agricoltura.
Ma nel nostro ordinamento sono già previste norme per l’ingresso di infermieri, lavoratori altamente qualificati ed altri lavoratori selezionati, al di fuori delle quote. Il loro permesso di soggiorno, ottenuto senza passare per l’imbuto del decreto flussi, non permette però una vera stabilizzazione del soggiorno essendo il titolo non convertibile e rinnovabile solo nell’ambito dello stessa attività professionale (può essere instaurato un nuovo rapporto di lavoro ma sempre come infermiere).
Il futuro dell’immigrazione si appresta a vivere un periodo di grande riscrittura normativa. Intantop i sans papiers già abbondantemente presenti nel territorio nazionale attendono di poter uscire dall’invisibilità. ma questa non sembra essere la preoccupazione principale.
Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa
Vai allo Speciale Decreto Flussi 2008 di Melting Pot Europa