di Susanna Marietti
La Quarta Conferenza, tenutasi a Palermo nel dicembre 2005, fu organizzata senza alcun desiderio di un autentico dialogo con gli operatori del settore, con il mondo delle professioni e con l’associazionismo. La scelta di operare l’inasprimento penale che poco dopo sarebbe stato approvato con la cosiddetta Fini-Giovanardi era già stata presa, e nessuno intendeva metterla in discussione. Nei giorni della Conferenza di Palermo, gli interlocutori che si sentirono esclusi da quell’assise – primo tra tutti il cartello “Non incarcerate il nostro crescere” – promossero presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma una contro-conferenza nella quale fu presentato un dettagliato programma di riforma delle politiche sulle tossicodipendenze, purtroppo non attuato dal Governo Prodi nemmeno nel suo passo minimale e fondamentale dell’abrogazione della Fini-Giovanardi.
Sono dunque di fatto nove anni che si attende un confronto con il
Governo su questi temi. Ma oggi a Trieste si rischia di ripetere
l’esperienza palermitana. “A Trieste senza dogmi né pregiudizi” elenca
una serie di criticità che emergono dal programma della Conferenza, tra
cui il fatto che tra i molti ospiti a carico del Dipartimento Nazionale
per le Politiche Antidroga gli operatori pubblici rischiano di essere
una minoranza (pare che Carlo Giovanardi, sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio con delega alla droga, abbia invitato le
comunità terapeutiche di Scientology…), la prevista sfilata di ministri
a scapito di momenti adeguati di discussione sulla legge e sui suoi
risultati, la mancanza di una riflessione sui servizi di prossimità e
di riduzione del danno che da due decenni vengono ormai sperimentati
con successo.
I firmatari del documento, nel tentativo di ovviare alle mancanze
governative, hanno avviato un percorso di collaborazione tra enti e
associazioni che a vario titolo hanno a che fare con il tema delle
tossicodipendenze. L’idea è quella di organizzare anche iniziative
esterne alla Conferenza. Questo affinché Trieste possa configurarsi
davvero quale un’occasione di confronto e di presa di parola di tutti
coloro che sperimentano in prima persona gli effetti dell’attuale
normativa, tanto per il loro lavoro quotidiano quanto perché
direttamente consumatori.
(24 febbraio 2009)