In Europa sinistra e libertà sono due parole che vanno d'accordo. In Europa destra e libertà sono una contraddizione. Da sempre il mio impegno, prima con Antigone, poi nelle istituzioni europee, è stato in difesa delle garanzie e dei diritti umani, troppo spesso trascurati e violati anche in Europa. Credo che la presenza, nel parlamento europeo, di una sinistra molto attenta alla difesa delle libertà e dei diritti sia fondamentale nella difficilissima fase politica che è iniziata dopo l'11 settembre del 2001. Per questo ho accettato la proposta di candidarmi nelle liste di Sinistra e libertà.
Giro l'Europa dagli Urali all'Atlantico da più di un decennio per ispezionare carceri, centri di detenzione per immigrati, caserme, posti di polizia e ospedali psichiatrici. Con il Comitato contro la tortura interveniamo in prima persona in 47 paesi, in ogni luogo ci sia il rischio di tortura e di trattamenti disumani e degradanti.
Era la metà degli anni '80 quando usciva come allegato del manifesto la
rivista Antigone. Già allora la nostra era una critica profonda
dell'emergenza. In quegli anni c'era l'emergenza terroristica. Noi
contestavamo gli strappi continui allo stato costituzionale di diritto.
Contestavamo gli eccessi di pena, gli arresti facili, la persecuzione
dei reati di opinione.
Di emergenza in emergenza siamo all'oggi, con una destra che sotto lo
slogan della sicurezza propone norme palesemente razziste e intrise di
violenza istituzionale. In giro per l'Europa, proprio in questi giorni
torno dalla Cecenia, si verifica costantemente come il sistema delle
regole e dei diritti umani siano ormai a rischio. Il welfare
occidentale sta tragicamente lasciando spazio a forme sempre più estese
di controllo penale, fino al corpo stesso delle donne e degli uomini.
L'Europa che invece vorremmo è quella dei diritti, della laicità e
delle libertà, l'Europa del reddito garantito ai tempi della crisi.
Perché i diritti sociali sono interdipendenti con quelli civili e
politici.
L'Europa non riesce più a tradurre la propria storia e il proprio
passato di pensiero e di cultura in un presente che parli il linguaggio
universale dell'uguaglianza e della libertà. Timorosa per il declino
delle ideologie che l'hanno attraversata, non sembra trovare valori e
aspirazioni che superino un'unione economica sempre più effimera in
tempi di crisi . Valori e modelli che possano costituire riferimenti
profondi e duraturi per le nuove generazioni. È un'Europa ansiosa,
lacerata da una crescente disuguaglianza delle chance di vita di chi la
abita e dalla drastica restrizione dei processi di inclusione, dovuta
al progressivo venire meno delle reti dei diritti sociali costruite nel
corso del XX secolo. Un'Europa che sempre più spesso risponde ai suoi
cittadini in termini di egoistica difesa, di «egoismo proprietario», e
di richiesta, sempre crescente e dunque mai appagabile, di «sicurezza».
L'Europa vive due profonde contraddizioni. La prima, al proprio
interno, dovuta alla crescita del divario tra coloro che «hanno» -
reddito, lavoro, mezzi di conoscenza, disponibilità finanziarie,
cittadinanza - e coloro che «non hanno». E' chi non ha nemmeno accesso
a diritti, beni e servizi essenziali a costituire una fascia di povertà
che progressivamente si amplia sempre di più. La seconda contraddizione
nasce dall'essere un riferimento internazionale sempre più interrogato
da uomini e donne dei paesi più poveri, e in maggiore espansione
demografica, che chiedono integrazione e che impongono il confronto con
altre culture. È questa Europa timorosa che dobbiamo cambiare per
evitare una definitiva sottrazione di spazi di libertà sempre più
necessari.
* Presidente del comitato europeo contro la tortura. Candidato indipendente per Sinistra e libertà nella circoscrizione Centro