Patrizio Gonnella
Uno dei capitoli più interessanti del Rapporto sui diritti globali 2009 è quello dedicato ai diritti sociali, con dati, notizie e commenti, tra cui quello di Patrizio Gonnella di Antigone. Qui di seguito, alcuni stralci dell’intervista a Gonnella [dal titolo «Tra razzismo dall’alto e follia repressiva, serve il coraggio dell’obiezione di coscienza»] realizzata da Dario Stefano Dell’Aquila.
La situazione è quella di una nave impazzita. Di fronte al razzismo
istituzionale, ai provvedimenti illiberali di questo governo bisogna
ritrovare il coraggio dell’obiezio di coscienza individuale e
collettiva. Obiettare rispetto a leggi ingiuste. Obiettare rispetto a
pratiche istituzionali violente. Obiettare rispetto a pratiche
para-istituzionali ugualmente violente. Obiettare nei confronti di chi
rinuncia a obiettare, ossia di chi rinuncia a fare opposizione
politica. Obiettare, come fece Antigone nei confronti della legge
ingiusta degli uomini che le impediva di sotterrare il fratello morto
in battaglia.
Nei giorni scorsi è partita la Campagna Non avere paura
(www.nonaverpaura.org) voluta da associazioni laiche e religiose. Si è
manifestata pubblicamente una minoranza sociale e culturale che
rappresenta una larga fetta di associazioni e organizzazioni sindacali
contrarie all’imbarbarimento dei nostri tempi. … Si è creato un circolo
vizioso drammatico tra la classe politica e l’opinione pubblica. Esso
si alimenta rimbalzando dall’una all’altra il gioco della creazione di
un nemico posticcio e artificioso. Questo circolo va interrotto. Oggi,
coloro i quali stanno dalla parte dei diritti umani sono contro il
Pacchetto sicurezza, contro il reato di immigrazione clandestina,
contro l’aggravante della clandestinità, contro la criminalizzazione di
chi affitta un appartamento agli immigrati, contro i commissari ad hoc
per i rom, contro le ronde, contro le denunce degli irregolari da parte
dei medici.
Il Pacchetto sicurezza è intriso di qualunquismo securitario. Così si
spiegano le norme che prevedono l’estensione della custodia cautelare
obbligatoria, la modifica, o meglio il peggioramento, dell’articolo 41
bis dell’ordinamento penitenziario, una pena carceraria per gli
avvocati che, comunicando con un detenuto in 41 bis, favoriscono
l’elusione delle prescrizioni imposte, l’istituzione di un registro
apposito per le persone senza fissa dimora, la legittimazione delle
ronde private, così negando il monopolio dell’uso della forza alle
polizie.
[…] L’industria privata delle prigioni è oggi in una fase di stallo
dopo il boom degli anni Ottanta negli Stati Uniti e degli anni Novanta
nel Regno Unito. 111.000 sono i detenuti ristretti nelle carceri
private statunitensi. Corrispondono più o meno a un ventesimo del
totale della popolazione detenuta… I detenuti “privatizzati” sono
cresciuti di 20.000 unità dal 2000 a oggi. Nonostante ciò il business è
in crisi. Si è infatti fermata la costruzione di nuove galere private e
si è interrotto il processo di liberalizzazione dell’apparato
securitario nordamericano…
Anche in Inghilterra è in corso un ripensamento delle politiche di
privatizzazione. La BBC ha aperto quest’anno il dibattito intorno alla
cattiva efficienza delle carceri private. L’associazione dei direttori
di carcere ha chiesto ufficialmente di ripensare la politica di
privatizzazione. L’esplosione del business si è quindi fermata….
Mentre negli Stati Uniti e nel Regno Unito si discute di una rinnovata
centralità del settore pubblico, in Italia – con il dovuto ritardo – si
apre il dibattito sulle carceri private. Crescono i detenuti in modo
inversamente proporzionale alla cultura giuridica di questo Paese. Oggi
sono 61.000. I posti letto sono solo 43.000. Ogni mese entrano nelle
prigioni italiane circa mille nuovi detenuti. Sino a poco tempo fa, la
popolazione reclusa cresceva di mille unità l’anno. Erano 60.000
qualche giorno prima dell’approvazione del provvedimento di indulto…
Come mai crescono i detenuti così rapidamente? Sostanzialmente per tre
motivi di natura legislativa. Il primo motivo ha due nomi: Bossi e Fini
e la loro sciagurata legge sull’immigrazione. Sciagurata per i suoi
effetti diretti e per quelli indiretti. Tra quelli diretti vanno
annoverati i 1.873 stranieri in carcere per irregolarità nell’ingresso
o nella permanenza in Italia. Tra gli indiretti vi è l’illegalità
forzata in cui versano centinaia di migliaia di persone in attesa di
una regolarizzazione che non arriva mai. Il secondo motivo è la legge
ex Cirielli sulla recidiva, approvata nel dicembre del 2005 dal
precedente governo Berlusconi. Essa prevedeva aumenti di pena e
riduzioni di benefici per i recidivi. Anestetizzata dall’indulto ora
inizia a produrre i suoi effetti devastanti in termini di affollamento
penitenziario. Il terzo motivo è dato dalla criminalizzazione dei
tossicodipendenti determinato dalla legge Fini-Giovanardi sulle droghe.