Riconoscendo il fatto che il congestionamento delle carceri è dovuto in buona parte dall'ingresso di tossicodipendenti detenuti per spaccio di lieve entità, il sottosegretario Carlo Giovanardi ha reso noto che il Dipartimento per le politiche antidroga ha inviato una proposta di emendamento al disegno di legge predisposto dal governo, che prevede la detenzione domiciliare per chi deve scontare un anno di pena e la messa alla prova per i reati puniti con una condanna non superiore a tre anni.
L’emendamento accoglie alcune delle proposte fatte dai rappresentanti delle associazioni che hanno promosso l’appello “Le carceri scoppiano, liberiamo i tossicodipendenti”, ovvero Forum Droghe, Antigone, Gruppo Abele e Cnca, associazioni che da dicembre dell’anno scorso partecipano ad un tavolo di lavoro con il Dipartimento politiche antidroga allo scopo di migliorare l’attuale legislazione e le sue prassi applicative.
L’emendamento propone anzitutto di rivedere per i tossicodipendenti la legge ex Cirielli sulla recidiva, restituendo al giudice la possibilità di far prevalere per loro le attenuanti sulle aggravanti. Si prevede inoltre di portare da due a tre il numero massimo di affidamenti in comunità, e un monitoraggio dei posti disponibili nelle comunità terapeutiche, in modo da favorire per i tossicodipendenti lo svolgimento dell’ultimo anno di pena in detenzione domiciliare in comunità. Infine si chiede che per i tossicodipendenti la messa alla prova proposta dal governo possa essere applicata anche se imputati per reati puniti con pene superiori nel massimo ai tre anni (per il piccolo spaccio la legge 309 prevede da uno a sei anni).
Si tratta di una notizia che va accolta favorevolmente. Si prende finalmente atto della gravità della attuale situazione e della necessità di intervenire su due leggi, la ex Cirielli e la Fini-Giovanardi, che da tempo vengono indicate come le principali cause del sovraffollamento penitenziario. Altri interventi su queste leggi, così come sulla normativa sulla immigrazione, continuano a sembrarci indispensabili, ma un primo passo è stato fatto. Ci auguriamo che il tavolo di lavoro presso il Dipartimento politiche antidroga prosegua le sue attività fino a giungere in particolare al risultato che apparentemente tutti auspicano: garantire alle persone tossicodipendenti una modalità diversa ed utile di esecuzione della pena.
Patrizio Gonnella
Alessio Scandurra, 22 aprile 2010