di Stefano Anastasia
Piemonte, il Provveditore: “i fondi assegnati sono esauriti, non possiamo garantire la manutenzione”. Siracusa: detenuto 44enne in attesa di giudizio si impicca; è il 39esimo dall’inizio dell’anno. Taranto: crolla cornicione nella sezione dei semiliberi; tragedia sfiorata. Avellino: rubinetti a secco per i detenuti dell’ultimo piano, l’acqua portata con le bacinelle. Reggio Emilia, Sappe: detenuto extracomunitario di 22 anni tenta di impiccarsi; salvato. Pisa: due albanesi evadono usando lenzuola annodate; insorgono gli agenti, “siamo troppo pochi”. Ecco un piccolo florilegio delle notizie dal carcere raccolte da Ristretti orizzonti in un giorno qualsiasi di fine luglio: cronache della bancarotta del sistema penitenziario italiano, incapace ormai di provvedere a se stesso e ai suoi obblighi istituzionali.
E cosa fa, di fronte a questo sfacelo il Capo dell’Amministrazione penitenziaria, nonché Commissario straordinario di Governo per l’emergenza carceri? Scrive ai dipendenti dell’Amministrazione, avendo scoperto che «le attuali difficili condizioni in cui vi trovate ad operare, dovute principalmente al sovraffollamento, con la stagione estiva si gravano di ulteriori problemi». E via di nuovo con il “piano-carceri”: «la prima metà del 2010 è stata caratterizzata da una fase di transizione che ha approntato la strategia di interventi e che ha avuto il suo definitivo assetto nel "Piano carceri". … Stiamo lavorando con la consapevolezza che il sistema carcere deve essere condotto fuori dall'emergenza». Peccato che ancora una volta non dica come e quando, con quali risorse finanziarie e umane il sistema penitenziario potrà uscire dall’emergenza.
Per fortuna il personale si arrangia da sé: «di recente ho parlato con i comandanti di reparto, dopo avere incontrato i Provveditori … e i direttori, incontri durante i quali … ho avuto la possibilità di ascoltare interventi responsabili che, pur esponendo le criticità …, hanno confermato … la capacità di confrontarsi con l'emergenza individuando soluzioni».
Che fa allora il Superman dell’Amministrazione penitenziaria? «Al fine di "misurare" la percezione nei cittadini dell'operato dell'Amministrazione …, ho commissionato un sondaggio … i cui risultati … ci consentiranno di intervenire con maggiore incisività nella comunicazione istituzionale». E già, perché il problema è che «l'amplificazione mediatica, talvolta ingiustificata, degli eventi carcerari determina l'effetto della diffusione, nell'opinione pubblica, di un senso di sfiducia nel sistema penitenziario nel suo complesso».
Ma il dott. Ionta non ha di meglio da fare che pontificare e spendere soldi inutilmente mentre il sistema penitenziario crolla a pezzi sulle teste dei detenuti e del personale?