Nei primi sette mesi del 2010 non si erano mai visti tanti parlamentari ispezionare le carceri italiane tutti insieme. E forse non li si vedrà più nei prossimi mesi. Unica eccezione i radicali, da sempre lodevolmente impegnati a smascherare l'illegalità del nostro sistema carcerario. L'articolo 67 dell'Ordinamento Penitenziario del 1975, che conferisce ai parlamentari potere di visita ai penitenziari, è stato pensato principalmente in funzione preventiva. Il possibile accesso di rappresentanti politici all'interno delle prigioni dovrebbe favorire l'astensione da violenze e da altre possibili violazioni macroscopiche della legge.
Evidentemente non è in questa chiave che le visite ferragostane sono state programmate, essendo vistosamente pubblicizzate da tempo ed essendo l'elemento sorpresa parte integrante della possibilità di prevenzione. Non è quindi questo lo scopo dell'iniziativa radicale. Un significato ulteriore del potere ispettivo conferito al Parlamento è quello di permettere a quest'ultimo, sotto l'ovvio principio della separazione dei poteri, una facoltà di controllo sull'operato del governo e delle sue articolazioni amministrative anche al fine di legiferare con cognizione di causa.
Con questo obiettivo di fronte, l'appartenenza a una forza governativa ovvero a una forza di opposizione fa una grande differenza, soprattutto oggi che il Parlamento è molto ridimensionato nei suoi poteri rispetto a quanto avveniva ai tempi in cui fu approvata la legge penitenziaria. Andare in visita "tutti insieme" fa in questo senso perdere di significato alla visita stessa. Che i problemi carcerari non siano di destra né di sinistra è un approccio profondamente errato, capace di aprire la strada solamente a soluzioni posticce quali il rifacimento di un paio di padiglioni detentivi o la promessa di assumere qualche migliaio di poliziotti. La realtà è che gli attuali problemi delle nostre carceri sono dovuti a leggi repressive e a un uso simbolico del sistema penale dovuti, gli uni e l'altro, a quelle forze politiche di Governo che hanno co-promosso l'appello a visitare le galere a Ferragosto. Ignazio La Russa ci ha anticipato che alla ripresa delle attività parlamentari la verifica dovrà andarsi a confrontare con una stretta sul tema dell'immigrazione (più di quella attuale, con 12 mila immigrati che transitano annualmente in carcere solo per non aver ottemperato all'ordine di allontanamento?) Ciò rende chiaro di cosa si sta parlando e rende ancora più ipocrita il coinvolgimento della destra nell'iniziativa di Ferragosto.
Infine, Dell'Utri e Cosentino che varcano il cancello di un carcere da visitatori sono l'icona vivente della nostra giustizia di classe: i poveracci dormono in dieci in una cella da tre, loro - da buoni colletti bianchi - entrano in carcere da ispettori tra una vacanza e un'altra, tra un processo e un altro.