Ciò non toglie che alcune scelte che il futuro Sindaco di Milano dovrà intraprendere avranno ricadute, dirette o indirette, sul sistema della penalità e del carcere. Ne citiamo alcune e vi proponiamo alcune domande al riguardo, nella speranza di riscontrare la vostra attenzione e di alimentare il dibattito anche su questi temi. Grazie fin d'ora per le risposte, le puntualizzazioni, gli approfondimenti che riterrete di proporre su temi così critici per l'amministrazione di una città (... e valga come augurio).
PGT, "Cittadella della Giustizia" e spostamento di San Vittore
Sappiamo tutti che il "Piano di Governo del Territorio" recentemente adottato dal Consiglio comunale (sempre che riesca ad essere definitivamente approvato prima della chiusura dell'attuale legislatura, come la Giunta Moratti vorrebbe) costituirà una pesante eredità per il nuovo sindaco.
Nel PGT si cita esplicitamente la realizzazione della nuova "Cittadella della Giustizia" nell'area di "Porto di Mare"; gli obiettivi indicati nel PGT per questo "Ambito di Trasformazione Urbana di Interesse Pubblico generale" sono infatti «Realizzare la nuova "Città della Giustizia"» e «Sostenere il mix funzionale legato in particolar modo al tema della 'giustizia' (carcere, uffici, tribunali, servizi alle persone, ricettivo, commercio di servizio, residenza temporanea, ecc.)». Il PGT prevede quindi espressamente l'edificazione di nuove strutture per il sistema penale e penitenziario, compreso un nuovo carcere; più generico è invece il riferimento alla contemporanea chiusura del penitenziario di San Vittore e a quello che dovrebbe succedere in quell'area: l'area di San Vittore è infatti considerata un "Ambito di Trasformazione Urbana" (ma l'unico riferimento a ciò l'abbiamo trovato nell'Allegato 3 al Documento di Piano: "Schede di indirizzo per l'assetto del territorio"), ma nulla viene detto sulla nuova destinazione d'uso dei terreni, se non che la trasformazione genererebbe una Slp pari a quella occupata dal carcere.
Nonostante i dubbi sulla reale fattibilità di questi obiettivi - dubbi ribaditi, recentemente, anche nell'ambito della Commissione Carcere dello stesso Consiglio Comunale che ha adottato il PGT - non si può ignorare come l'annoso dibattito sullo spostamento di San Vittore e sul riassetto urbanistico delle strutture della giustizia penale abbia negli ultimi mesi subito un'accelerazione di cui non sarà facile non tenere conto nella futura amministrazione della città.
Le nostre domande: se nel 2011 diventerete Sindaco di Milano, come intendete procedere con la realizzazione della "Cittadella della Giustizia" prevista dal PGT? qual è la vostra posizione in merito alla chiusura del carcere di San Vittore e all'eventuale costruzione di un nuovo istituto penitenziario in città? come intendete coinvolgere gli operatori della giustizia e del carcere nel processo decisionale connesso all'eventuale spostamento delle strutture in cui lavorano? infine, in caso di un effettivo trasferimento di San Vittore, come intendete impiegare i terreni attualmente occupati dal carcere?
Interventi socio-assistenziali a sostegno delle persone sottoposte a misure penali e delle loro famiglie
Recitano le "Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria": «In considerazione "della finalità rieducativa della pena e della finalizzazione al reinserimento sociale", sancita dall'art. 27 della Costituzione, le istituzioni ai vari livelli, la comunità civile, nelle sue molteplici espressioni, ciascuno per quanto di competenza, ma insieme in modo integrato, hanno il dovere di adottare azioni e comportamenti adeguati e mirati al superamento delle difficoltà che ostacolano l'esercizio dei diritti da parte delle persone in esecuzione penale adulti e minori e la loro inclusione sociale. Ne consegue che l'esecuzione penale non è gestibile senza un'azione multilivello dalla prevenzione del disagio fino alla prospettiva del reinserimento sociale, che investa tutte le componenti sociali, Stato, Regioni, Enti Locali e società civile nelle varie forme organizzate (associazionismo, volontariato e cooperazione sociale)».
In quest'ottica, il Comune di Milano, così come la Provincia, la Regione e diverse amministrazioni comunali
dell'hinterland, in passato hanno avviato e praticato varie politiche a favore delle persone sottoposte a misure penali. Tra le attività che hanno visto il protagonismo del Comune possiamo ricordare interventi promossi direttamente dall'amministrazione locale, soprattutto nell'ambito della mediazione penale e dell'inserimento lavorativo, e progetti importanti realizzati in partnership tra il Comune di Milano e il privato sociale (housing, accompagnamento alla fine della pena,...). Ma negli ultimi anni coloro che si occupano di carcere e di sostegno alle persone provenienti da percorsi penali a Milano hanno più volte denunciato come l'impegno comunale su questi temi sia drasticamente scemato e abbia assunto forme che, anziché incentivare, sembrano voler ostacolare la compartecipazione degli interventi tra l'ente pubblico e il mondo del volontariato penitenziario e del privato sociale. La triste gestione della 'progettazione partecipata' da parte dell'assessorato Moioli nella predisposizione dell'ultimo Piano di Zona ne è un esempio palese.
Le nostre domande: se nel 2011 diventerete Sindaco di Milano, quali interventi intendete attuare a sostegno delle persone detenute o comunque sottoposte a misure penali? in che modo intendete coinvolgere il privato sociale milanese nella progettazione e realizzazione di tali interventi?
Ruolo di controllo e garanzia sulle condizioni di detenzione da parte dell'ente locale
In attesa dell'istituzione da parte del Parlamento italiani di una figura nazionale di controllo sulle forme di restrizione della libertà (in carcere e negli altri luoghi di detenzione), di garanzia dei diritti delle persone ristrette e di tutela rispetto alle possibili forme di trattamenti inumali e degradanti, diversi enti locali hanno promosso l'istituzione dei cosiddetti 'garanti locali' dei diritti delle persone detenute o comunque ristrette nelle loro libertà. Ma non è questa l'unica strada che gli enti locali possono intraprendere per garantire: come sottolineato nell'appello "Sindaci, ora tocca a voi" recentemente promosso a livello nazionale dalla nostra associazione (cfr. www.associazioneantigone.it) insieme all'Associazione "A buon diritto" e al quotidiano "Il manifesto", gli amministratori locali possono anche avviare vertenze nei confronti delle direzioni delle carceri affinché venga garantito alle persone detenute un trattamento rispettoso dei loro diritti fondamentali, a partire da quello alla salute e all'integrità personale.
Le nostre domande: se nel 2011 diventerete Sindaco di Milano, in che modo intendete esercitare un controllo istituzionale sulle condizioni dell'esecuzione penale nei tre istituti penitenziari della città e nel carcere minorile e, più in generale, un controllo sulle condizioni di detenzione e sul rispetto dei diritti inviolabili della persona in tutti i luoghi di restrizione delle libertà (carceri, commissariati, questure, Cie,...) presenti in città?
Politiche securitarie
A differenza degli altri temi citati in precedenza, quello delle politiche securitarie è un argomento che è stato più volte affrontato in questa campagna per le primarie e non sarebbe potuto essere altrimenti, trattandosi di uno dei temi su cui le ultime giunte comunali hanno incentrato il proprio consenso e le proprie fortune. Come associazione, abbiamo accolto con favore le vostre dichiarazioni sulla necessità di uscire dalla logica della repressione e del controllo, di abbandonare la politica delle ordinanze e di promuove una cultura della sicurezza fondata finalmente sull'inclusione e sulla coesione sociale.
Ma al di là delle prese di posizione generali, ci piacerebbe sapere come concretamente intendete attuare questo 'cambio di rotta' rispetto all'attuale amministrazione della città, sia sul piano degli interventi 'repressivi' che di quelli 'inclusivi'.
Le nostre domande: se nel 2011 diventerete Sindaco di Milano, come intendete ridefinire i compiti della Polizia locale in materia di ordine pubblico? quali interventi concreti intendete intraprendere per promuovere l'inclusione e prevenire la criminalizzazione e carcerizzazione di quelle stesse categorie sociali (immigrati stranieri 'irregolari', rom, persone senza fissa dimora, persone con problemi di dipendenza da alcool o stupefacenti e/o con gravi problemi di disagio psichico,...) che formano l'area della cosiddetta 'detenzione sociale', vera causa del sovraffollamento delle prigioni nazionali e cittadine?
Ringraziandovi per l'attenzione che vorrete riservare a questa lettera, siamo ovviamente a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento, approfondimento o confronto vorrete avere su questi temi.
Associazione "Antigone Lombardia"